Napoli, incubo tubercolosi: terzo caso all’ospedale San Paolo

Cresce la paura per la tubercolosi a Napoli. Nelle scorse ore, infatti, un altro medico dell’ospedale San Paolo è risultato positivo al test

Napoli, incubo tubercolosi: terzo caso all’ospedale San Paolo

Nonostante le rassicurazioni dei vertici sanitari, a Napoli col passare dei giorni cresce sempre più la paura per la tubercolosi. Nelle scorse ore, infatti, nella città partenopea si è registrato un terzo caso, ancora una volta all'ospedale San Paolo. Come riporta Il Mattino, nel nosocomio di Fuorigrotta, quartiere della periferia occidentale, un altro medico sarebbe risultato positivo al test.

In questo caso, così come in quello che ha riguardato un collega risultato contagiato la scorsa settimana, l'uomo avrebbe sviluppato gli anticorpi che suggeriscono la presenza del batterio che provoca la tubercolosi ma ciò non implica di conseguenza che la malattia debba poi svilupparsi in futuro.

Come precisano dall'ospedale, in un Pronto soccorso è particolarmente facile venire a contatto con virus e batteri. Per questo non bisogna abbandonarsi a facili allarmismi. Inoltre, viene specificato che la tubercolosi può essere silente e controllata dal sistema immunitario, avendo così una completa guarigione, come avviene normalmente nella maggioranza dei casi.

La dottoressa deceduta venerdì aveva contratto una tubercolosi addominale, forma ben più grave e mortale della malattia che non dà, però, luogo a contagio.

Come sottolineato da Maria Triassi, direttore del dipartimento di Sanità pubblica e Medicina preventiva della Federico II “solo nella malattia asintomatica a silente, per concomitanti malattie o terapie immunosoppressorie e negli anni si può sviluppare una forma attiva.

Questa, a sua volta diventa contagiosa solo nelle forme polmonari ma non in quelle extrapolmonari che pur gravi, come nel caso della dottoressa deceduta, non sono diffusive di bacilli”.

Nel frattempo, i vertici dell'azienda hanno fatto scattare tutte le procedure del caso con i medici del San Paolo di Napoli che saranno sottoposti ad altri accertamenti per escludere ogni rischio per la salute.

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