Napoli, quindicenne aggredito da una baby gang

È in prognosi riservata Gaetano, il quindicenne di Melito che venerdi sera è stato aggredito da un branco di dieci-quindiciragazzi davanti alla stazione della metropolitana di Chiaiano, quartiere Nord di Napoli

Napoli, quindicenne aggredito da una baby gang

Gravissimo episodio di violenza a Chiaiano, quartiere a Nord di Napoli. Un ragazzino di 15 anni è stato aggredito da un branco di circa quindici ragazzi, all'esterno della stazione della metropolitana. Il pestaggio è avvenuto intorno alle 18.30 di ieri, mentre con due cugini stava per andare al Vomero. Calci e pugni gli hanno spappolato la milza. Il ragazzo ora è ricoverato in prognosi riservata all'ospedale San Giuliano di Giugliano, dove i genitori l'hanno accompagnato.

Sul posto dell'aggressione la polizia ha cercato eventuali testimoni, senza riuscire a trovarli. Dopo il pestaggio, pare scoppiata per futili motivi, il 15enne è riuscito a tornare a casa sua a Melito, in preda a dolori lancianti e livido in volto. Lo zio ha accompagnato il ragazzo all'ospedale, dove gli è stata asportata la milza.

La mamma del ragazzo rivolge un appello: "Chi ha visto qualcosa che può servire alla forze dell'ordine ci aiuti e sporga denuncia. Si deve fare giustizia, queste cose non possono e non devono accadere. A mio figlio è andata bene ma poteva andare peggio". La donna racconta che suo figlio stava aspettando il pullman davanti alla metro di Chiaiano, quando un gruppo di ragazzi è arrivato e gli ha cominciato a chiedere di dove fosse. "Mio figlio non ha risposto, non dà confidenza a estranei, e forse il suo non rispondere ha fatto scaturire in loro qualcosa, e l'hanno malmenato".

La madre del 15enne ha ricordato il caso di Arturo, il 17enne accoltellato in via Foria lo scorso 18 dicembre: "Non è possibile che episodi del genere si ripetano, quando finirà questa violenza? Prima è toccato ad Arturo, ora a mio figlio, poi sarà il turno di chi? Non siamo tutelati, questa storia deve finire".

Il questore di Napoli, Antonio De Iesu, parla di violenza assurda e immotivata. E denuncia: "Anche questa volta nessuno ci ha chiamato per raccontarci quanto successo".

Le indagini vanno avanti. Forse da qualche immagine ripresa dalle videocamere di sorveglianza potrebbe emergere qualche dettaglio utile a orientare le indagini e identificare (almeno si spera) la banda di giovani criminali.

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