Un semplice processo per lesioni a Napoli potrebbe finire nelle mani dell’antiterrorismo. La vittima dell’aggressione è un algerino di 42 anni di cui non si hanno più tracce. Si sarebbe dovuto presentare oggi al tribunale di Napoli, ma di lui neanche l’ombra. A darne notizia è il quotidiano “il Mattino”. Il dettaglio che allarma è che l’uomo dichiarò qualche mese fa ai giudici che chi lo aveva aggredito era in contatto con estremisti islamici e che addirittura avrebbe fornito documenti d’identità al foreign fighters responsabile della strage nell’aeroporto di Bruxelles del 2016.
Oggi Ahmed A., la vittima dell’aggressione e allo stesso tempo un testimone prezioso per le indagini sulla presenza di terroristi in Italia, sarebbe sparito nel nulla e non risponderebbe più all’indirizzo di casa (in realtà si tratta di un dormitorio) che aveva fornito al tribunale.
L’udienza per ora è stata rinviata a maggio, mentre si cerca di rintracciarlo.
Ad aggredire l’algerino una coppia, lei 24 anni originaria del Marocco, lui 26 anni proveniente dall’Algeria. Secondo una prima ricostruzione la giovane donna avrebbe agito per difendersi dalle “attenzioni” rivoltele da Ahmed. In realtà, dopo le prime dichiarazioni pare che il marocchino avesse paura di essere ucciso perché a conoscenza del fatto che la ragazza stampasse documenti falsi (passaporti, permessi di soggiorno e documenti di identità) destinati ai suoi connazionali e ad altri immigrati. Lo confidò al fidanzato della marocchina che lo invitò a un chiarimento con la ragazza che reagì con violenza.
Tra le accuse avanzate da Ahmed contro Sara, la ragazza marocchina, ci sarebbe quella secondo cui la giovane lavori per una stamperia abusiva di un pakistano e che avrebbe fornito documenti falsi al terrorista che compì la strage a Bruxelles.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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