Nardella e le mille telecamere, il grande fratello che viola la privacy dei cittadini

A Firenze il sindaco Dario Nardella festeggia per l'installazione della millesima telecamera di sorveglianza della città, ma il nuovo software potrebbe violare la privacy dei cittadini

Nardella e le mille telecamere, il grande fratello che viola la privacy dei cittadini

Come un eroe che mostra il trofeo al grido di campioni del mondo il sindaco di Firenze, dall’alto delle impalcature di piazza Indipendenza, sorride esultante per le foto ricordo. Sopra la testa di Dario Nardella la millesima telecamera installata da Palazzo Vecchio. Ne mancano ancora 200 secondo le promesse del sindaco renziano. Ma già adesso, Firenze, è la città più sorvegliata d’Italia. Per questo festeggia il sindaco del capoluogo toscano. Per una finta sicurezza che nasconde ancora troppi dubbi sulla privacy dei cittadini e che senza l’ok del garante potrebbe essere l’ennesimo investimento completamente inutile del Comune di Firenze. Ma ovviamente la didascalia alla foto ricordo dell'evento sui profili social del primo cittadino, questi particolari li esclude e quindi: “festeggiamo”.

Negli ultimi mesi, gli operai hanno installato a Firenze 300 telecamere e entro i mesi estivi la città dovrebbe arrivare a contarne ben 1200. Una miriade di dispositivi di sicurezza tutti collegati attraverso una una rete in fibra ottica e gestite da un sistema centrale di supervisione. Un progetto incredibile secondo il sindaco. Che dopo aver installato la telecamera numero mille mostra agli spettatori di piazza Indipendenza il classico cartello anticriminalità "Area Videosorvegliata”. Nel video per i social, la mezza verità. Quella positiva. Che serve a tranquillizzare i fiorentini, sempre più impauriti. "Da oggi Firenze è in Italia la prima città per numero di telecamere in rapporto agli abitanti”. Un palliativo per i residenti.

La città negli ultimi anni (centro compreso) è diventata sempre più pericolosa, con intere zone diventate vere e proprie piazze di spaccio e aree verdi, come il Parco delle Cascine, che da tempo sono completamente controllate da immigrati spacciatori intenti a vendere droga a tutte le ore del giorno. I cittadini sono sempre più arrabbiati. Per un’amministrazione che negli anni non è riuscita ad arginare il problema causando danni anche alle attività commerciali del centro storico. Dove i commercianti sono costretti a lottare, ogni giorno, contro scippi, aggressioni, rapine e minacce. Dopo che la zona di Santa Maria Novella, dove si trova la stazione centrale, è diventata il centro nevralgico della compravendita di sostanze stupefacenti.

Così, Dario Nardalla decide di correre ai ripari ed ecco che annuncia la soluzione: "Con i servizi tecnici e l' assessore alla Sicurezza Urbana Andrea Vannucci stiamo sperimentando un software innovativo che, tramite le telecamere, consente di rilevare oggetti e movimenti sospetti di persone, senza riconoscimento facciale né violazione della privacy, così da poter garantire interventi più tempestivi in caso di situazioni anomale”. Un modello, quello adottato dalla giunta comunale, che prende spunto addirittura da Tel Aviv e che ha persino la funzione antiterrorismo: "È un servizio già in atto in altre città del mondo e che può essere usato anche in funzione antiterrorismo" ha dichiarato il sindaco.

Il nuovo software dovrebbe in sintesi migliorare e facilitare le indagini dei militari per quanto riguarda i reati da strada e nel caso, prevenire attentati terroristici. Eppure, gli esperti al momento bloccano l’implementazione della nuove tecnologia sulle telecamere fiorentine. Troppi dubbi sule possibili violazioni della privacy. E ora, per l’ok alla sperimentazione del software si attende il parere favorevole del Garante. Che ancora non è arrivato. "A Firenze ci sarà un unico Grande Fratello che controllerà tutta la città", dichiarano fieri da Palazzo Vecchio.

Un Grande Fratello dal nome: ”Piattaforma Inquiris". Si tratta di un software che, "permette di gestire e monitorare i diversi sistemi di sicurezza: videosorveglianza, antintrusione, antincendio, controllo accesso, stazioni meteo e tutti i sensori disposti sul campo gestibili tramite protocollo IP" come si legge sul sito ufficiale dell'azienda che lo produce. A spiegare cosa significhi all’atto pratico questa definizione è stato Michele Mazzoni, ingegnere Direttore dei Servizi Tecnici del Comune di Firenze, che ha dichiarato a Il Fatto Quotidiano: “Quella che sarà installata nelle mille telecamere di Firenze è una sperimentazione nuova che prova a rispondere a una sempre maggiore esigenza di sicurezza - spiega - e ha due obiettivi ben precisi: riuscire a facilitare le ricerche delle forze dell' ordine che hanno bisogno di visionare immagini delle telecamere e anche capire, in maniera più precisa, il tipo di movimenti di cittadini o oggetti: questo elemento è fondamentale per esempio nelle indagini sul terrorismo perché capire se un oggetto anomalo è fermo da molto tempo potrebbe essere un indizio più preciso per sventare un possibile attentato”.

Ma c’è di più. "Piattaforma Inquiris” - spiegano i tecnici di Palazzo Vecchio - permetterà anche il riconoscimento facciale di possibili indiziati e non solo. "Se alla telecamera viene 'chiesto' di individuare una persona con determinate caratteristiche - spiega Mazzoni - questo software permette di riconoscere tutte le facce all' interno delle immagini e capire se in esse sono presenti volti dalle caratteristiche simili a quelle di partenza"

Insomma, tutti potremmo essere rintracciati e riconosciuti per capire se le nostre caratteristiche somigliano o meno a quelle del “ricercato”. Uno schiaffo alla privacy dei cittadini. Un meccanismo che farà sentire i fiorentini sempre osservati, a qualsiasi ora, in qualsiasi luogo. Dal Comune mettono le mani avanti. E dichiarano che “Piattaforma Inquiris” sarà messa a disposizione solamente degli operatori specializzati e in alcuni luoghi preposti. Ma, a confermare i possibili danni della nuova tecnologia che dovrebbe frenare la micro criminalità è proprio Mazzoni.

Che ammette che esista un "rischio di errori" per quanto riguarda l’identificazione di sospetti di terrorismo e di oggetti anomali, ma ancor di più evidenti dubbi sulla privacy delle persone: "Il problema esiste ed è sotto gli occhi di tutti - conclude Mazzoni - infatti stiamo aspettando il nullaosta del Garante: quando arriverà, ovviamente prenderemo tutte le accortezze del caso”.

Intanto Nardella ha già cantato vittoria prendendosi gioco dei cittadini grazie alla foto da eroe. Mentre l'impianto rischia di non partire mai.

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