L'egoismo ai tempi della pandemia: voleva sottoporsi, a tutti i costi, ad un intervento "assolutamente non urgente" ed ha pensato bene di nascondere di aver contratto il Coronavirus all'equipe medica che lo stava per operare di rinoplastica.
Il risultato, purtoppo, è che si sono ammalati anche l'anestesista, il chirurgo e l'infermiere. L'assurda vicenda è accaduta a metà della scorsa settimana all'ospedale "Parini" di Aosta. Come riporta Repubblica.it, a scoprire tutto, in sala pre-operatoria ed a pochi minuti dall'intervento, è stato l'anestesista quando ha notato un rialzo della temperatura corporea. Una volta fiutato il pericolo, il paziente è stato immediatamente sottoposto al tampone per il Covid-19 ed il risultato, purtroppo, è stato impietoso: positivo.
Fino a 12 anni di carcere
L'operazione è stata, chiaramente, rimandata con il paziente dimesso e confinato all'isolamento domiciliare. Purtroppo, per gli incolpevoli medici era ormai troppo tardi: sottoposti anche loro al tampone secondo i protocolli del caso, tutti e tre sono risultati positivi. Su questa vicenda, la Procura della Repubblica di Aosta potrebbe aprire molto presto un fascicolo. Le possibili ipotesi di reato vanno, in astratto, dalle lesioni personali colpose fino all'epidemia colposa che prevede una pena fino a 12 anni di carcere.
Intervento "assolutamente non urgente"
Nelle scorse settimane, l'uomo aveva lavorato in una località turistica della bassa Valle d'Aosta venendo a contatto con molti turisti lombardi. Già da alcuni giorni aveva una lieve tosse ed un bruciore agli occhi, sintomi che non aveva riferito ai sanitari temendo che l'operazione programmata da tempo potesse essere rinviata, come poi avvenuto.
Il paziente si sarebbe dovuto sottoporre ad una rinosettoplastica, un intervento "assolutamente non urgente, che poteva tranquillamente essere rinviato", come spiega un altro chirurgo: si tratta di una rinoplastica, con finalità estetica, associata ad una settoplastica, che ha un obiettivo terapeutico per persone con la deviazione del setto nasale.
Intanto, aumentano i casi di contagio anche tra i medici ed il resto del personale sanitario dell'Usl della Valle d'Aosta: su tutti spicca il nome del commissario dell'azienda sanitaria, Angelo Pescarmona, positivo dal 15 marzo. L'uomo si trova in isolamento domiciliare e le sue condizioni non destano preoccupazione. "Anaao Assomed", il sindacato medico italiano, lancia l'allarme e chiede un attento monitoraggio della salute del personale in prima linea anche attraverso la somministrazione dei tamponi.
"Il carico lavorativo è aumentato le difficoltà sono maggiori per garantire i servizi - spiega il segretario regionale, Riccardo Brachet Contul - è necessario che si continui a monitorare lo stato di salute dei lavoratori medici, infermieri e tutti i sanitari per consentirci di adottare tutte le misure di prevenzione che sono state comunque prese e che dovranno in futuro essere implementate per far sì che l'ospedale di Aosta funzioni".
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