Bergoglio avrebbe stravolto il rito del Natale. Trovare una messa di mezzanotte a Roma, poi, nel giorno in cui si celebra la nascita di Gesù, sarebbe diventata un' "impresa". A sostenerlo è Luigi Bisignani, che in un lettera al direttore del Tempo ha elencato una serie di "difetti" che, secondo la sua visione delle cose, hanno riguardato le ritualità natalize nella Capitale. "Fino ad appena due tre anni fa - ha scritto Bisignani - la Notte Santa riempiva anche le strade di Roma di persone che, dopo la cena natalizia, andavano in chiesa per la messa di mezzanotte, quella della nascita di Gesù, che faceva echeggiare nei cieli notturni di tutto il mondo cattolico...".
Adesso - invece - la situazione sarebbe cambiata: la ricerca di una messa in notturna a Roma si sarebbe trasformata in un "rebus", ma è la celebrazione tradizionale di Piazza San Pietro ad aver sollevato le principali critiche del "faccendiere". Il rito - infatti - avrebbe perso qualcosa in termini di solennità e tradizionalità. Secondo il "manager del potere nascosto", la celebrazione in Vaticano "è iniziata quest' anno alle 21,30" e i fedeli - per motivi di sicurezza - "dovevano essere in basilica già dalle 19,00". "E infatti" - continua Bisignani - "la navata era semideserta perché tra la famiglia, riunita per la cena, e la Messa i fedeli hanno scelto la prima. E così, tra chiese semivuote, campane mute, e messe natalizie sbrigate nella prima serata (tra le 20,00 e le 22,00: poi, buio, silenzio e strade deserte) - ha specificato Bisignani - come fastidiose pratiche burocratiche da timbrare senza fatica". Il Natale - inteso nel senso spirituale del termine - starebbe "abbandonando le nostre terre", ha chiosato l'ex capo ufficio stampa del ministro Stammati. E ancora, i canti del rito sarebbero stati affidati ad un "coretto di stonati verosimilmente registrati in una non meglio precisata versione live", con una regia "concentrata sulle uniformi della banda dei carabinieri". Fine della sacralità, in nome del tanto chiacchierato modernismo.
Ma la "stoccata" principale viene riservata al pontefice: Luigi Bisignani ha scritto che Papa Francesco, durante la messa del 25 mattina, ha "accorciato" la formula della benedizione Urbi et Orbi: Bergoglio - infatti - si sarebbe limitato ad alzare la mano - nel momento di benedire - "sbrigandosela" con un "Padre, Figlio e Spirito Santo". L'Urbi et Orbi contiene una formula - pronunciata in latino - tesa all'indulgenza e alla remissione dei peccati con un valore impetratorio e non assolutivo. Una parte che Bergoglio avrebbe dimenticato. Questo cerimoniale - in sintesi - sarebbe stato svuotato di significato rituale a causa di una dimenticanza del capo di Santa Romana Chiesa. E Bisignani finisce per criticare anche la "scenografia" della messa vaticana della mattina di Natale: "Il 25 dicembre, poi, la diretta in mondovisione della Rai, tra l' infinita scelta di musiche natalizie offerta dal patrimonio culturale cristiano, si è aperta con un Last christmas in versione chitarrata e tamburelli - viene sottolineato nella lettera - cantata da un coretto di stonati verosimilmente registrati in una non meglio precisata versione live, con una regia concentrata sulle uniformi della banda dei carabinieri e quelle delle guardie svizzere...".
Bisignani - insomma - rimpiange le ritualità e lo stile dei tempi andati, quelli di Paolo VI, Giovanni Paolo II e Benedetto XVI. Ritualità natalizie - che per qualcuno - è meglio finiscano presto nel dimenticatoio della cristianità.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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