La dipendente di un supermercato ha dato le dimissioni perché il suo datore di lavoro non osservava le disposizioni imposte dal governo per ridurre il contagio del Coronavirus.
Il fatto è accaduto in Puglia, a Castellana Grotte, un Comune in provincia di Bari. A darne notizia è Emanuele Caputo sul quotidiano regionale "La Gazzetta del Mezzogiorno".
La protagonista coraggiosa di questa storia (non è certo una scelta facile lasciare un posto di lavoro in tempi di quarantena) è una donna di trentuno anni che ha preferito salvaguardare la salute sua e dei suoi famigliari piuttosto che continuare a lavorare in un luogo dove non venivano rispettate le norme anti-contagio imposte dal decreto "Io resto a casa" di Giuseppe Conte.
Come si legge sul quotidiano regionale, pochi giorni fa la dipendente del supermercato, insieme ad un’altra collega, pare avesse chiesto al suo datore di lavoro che venissero rispettate le norme di protezione per i dipendenti all'interno del negozio che conta meno di dieci lavoratori. Dopo aver riscontrato per l’ennesima volta l’ingresso di un numero di persone superiore a quello consentito e dopo aver tentato inutilmente di sollecitarne il rispetto, la donna ha lasciato il posto di lavoro e la prima cosa che ha fatto è stata quella di rivolgersi ad un avvocato per avere giustizia. Insomma, come si suol dire, la salute prima di tutto.
Dopo di ché la 31enne ha dato le sue dimissioni appellandosi al fatto che ha perso il posto di lavoro per il comportamento poco consono alla situazione di emergenza da parte del suo datore. Secondo quanto si legge ancora sulla Gazzetta del Mezzogiorno, queste motivazioni impugnate dagli avvocati potrebbero consentire alla 31enne di non perdere il diritto all’indennità di disoccupazione.
Intanto, come sappiamo il Governo, nel suo decreto d'emergenza, ha previsto delle misure relative agli ammortizzatori sociali, con pagamento diretto delle prestazioni da parte dell’Inps. Non solo, ma ha anche previsto una norma di divieto dei licenziamenti dei lavoratori per due mesi. In particolare sono precluse le procedure relative ai licenziamenti collettivi ed i licenziamenti per giustificato motivo oggettivo compreso il licenziamento per motivi economici.
Quello di Castellana Grotte è, probabilmente, il primo caso del genere non solo in Puglia, ma in tutta l'Italia.
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