È stato un lavoro a quattro mani, iniziato da papa Benedetto XVI e portato a termine da papa Francesco. Un'enciclica è frutto del pensiero di due Pontefici, firmato soltanto da quello in carica, ma concepita in sintonia, partendo da una prima bozza di papa Ratzinger.
La Lumen Fidei, che esce ufficialmente oggi, dedica una larga parte alla tematica dell'amore di coppia, riaffermando il valore di un'esperienza da non "ridurre a un sentimento che va e viene", di un innamoramento che non sia "soggettivo, improponibile come verità valida per tutti".
Amore e verità - scrive il papa nell'enciclica - "non si possono separare", a rischio di far diventare la seconda "fredda, impersonale, oppressiva per la vita concreta della persona". L'amore, inteso come "unione stabile dell'uomo e della donna nel matrimonio", scaturisce "dall’esperienza responsabile della bontà della differenza sessuale, per cui i coniugi possono unirsi in una sola carne e si rendono capaci di generare una nuova vita".
Il primo sforzo di papa Bergoglio si sofferma anche sulla figura del fedele, parte del mondo, "non estraneo all'impegno concreto", pur tra "le sofferenze del mondo" e senza presunzioni, perché "la fede non è una verità che si imponga con la violenza".
A ribadire il valore dell'enciclica è l'arcivescovo Rino Fisichella, presidente del Pontificio consiglio per la nuova evangelizzazione, che ricorda l'importante della "luce", che " 538em;">ritorna con particolare efficacia in un momento come questo, spesso di forte travaglio, dovuto a una crisi di fede che per i problemi che comporta ha pochi precedenti nella nostra storia".
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