Nicosia in manette per mafia: "Un tramite tra boss e i clan"

Nicosia avrebbe avuto rapporti in carcere con i fedelissimi di Matteo Messina Denaro. Al telefono insultava Falcone

Nicosia in manette per mafia: "Un tramite tra boss e i clan"

Blitz antimafia della Procura di Palermo. Questa mattina sono state fermate 5 persone con l'accusa di associazione mafiosa e di favoreggiamento. Tra i fermati ci sono il boss di Sciacca Accursio Dimino e Antonello Nicosia, 48 anni, membro del Comitato nazionale dei Radicali italiani.

Per diversi anni Nicosia è stato impegnato sul fronte della difesa dei diritti dei detenuti. Nicosia ha lavorato con Pina Occhionero, deputata di Italia Viva e con un passato in Liberi e Uguali. Nicosia risulterebbe tra i collaboratori della stessa parlamentare. Secondo le accuse mosse dalla Procura di Palermo, Nicosia avrebbe fatto da tramite tra i boss in carcere e i mafiosi delle famiglie siciliane.

Nicosia è un volto noto in Sicilia e soprattutto tra la provincia di Agrigento e quella di Trapani. Conduceva in tv un programma "Mezz'ora d'aria" e dirige l'Osservatorio internazionale dei diritti umani. Inoltre risulta componente del Comitato nazionale dei radicali italiani. Secondo alcune intercettazioni, Nicosia avrebbe insultato la memoria di Giovanni Falcone definendo la sua morte "un incidente sul lavoro" e proponendo un cambio del nome dell'aeroporto Falcone-Borsellino di Palermo. Poi parlava di Matteo Messina Denaro come il "nostro primo ministro". Poi invitata un interlocutore al telefono a non parlare a vanvera dello stesso "capo dei capi". Poi spiegava il motivo delle sue visite in carcere: "Quando entri con un deputato non è come quando entri con i Radicali. Chiudono la porta...". E sull'arresto di Nicosia è intervenuta proprio la parlamentare Occhionero che ha parlato di quel rapporto professionale col suo assistente: "La collaborazione con me, durata solo quattro mesi, era nata in virtù del suo curriculum, in cui si spacciava per docente universitario oltre che di studioso dei diritti dei detenuti - aggiunge -. Non appena ho avuto modo di rendermi conto che il suo curriculum e i suoi racconti non corrispondevano alla realtà -spiega - ho interrotto la collaborazione. Le visite in carcere peraltro sono parte del lavoro parlamentare a garanzia dei diritti sia dei detenuti sia di chi vi lavora". "Ora sono profondamente amareggiata, ma la giustizia farà il suo corso. Mi auguro nel più breve tempo possibile. Pur essendo del tutto estranea alla vicenda - conclude la Occhionero -, sono comunque a disposizione della magistratura per poter fornire ogni elemento che possa essere utile". Ora gli investigatori, intercettazioni alla mano, dovranno chiarire quali sono i rapporti tra Nicosia e alcuni esponenti di Cosa Nostra.

Intanto sull'arresto di Nicosia è intervenuto Maurizio Turco, segretario del Partito Radicale. Turco di fatto nega l'appartenenza di Nicosia ai Radicali e afferma: "Pur ricordando che al Partito Radicale si può iscrivere chiunque e nessuno può essere espulso per qualsiasi motivo, il Signor Antonello Nicosia, arrestato a Palermo per fatti di mafia, non è stato mai iscritto al Partito Radicale.

L’uso generico che si continua a fare dei termini ’radicalè e ’radicalì è, per quanto ci riguarda, l’ennesimo tentativo operato dal regime con il supporto da volenterosi radicali irreggimentati, per nascondere ai cittadini le lotte e l’esistenza stessa del Partito Radicale. Come qualsiasi altro cittadino anche il Signor Antonello Nicosia è innocente fino a sentenza definitiva".

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