La galassia piemontese degli irriducibili No Tav, l’ala più dura della resistenza alla realizzazione della Torino-Lione è stata colpita da un altro arresto eccellente. Dopo quelli di Giorgio Rossetto e Mattia Marzuoli, coinvolti nella maxi-operazione messa a segno un paio di settimane dalla Digos, stavolta tocca a Nicoletta Dosio. Una specie di istituzione per i nemici dell’alta velocità. La Dosio ha settantatré anni ed è una delle “anziane” del movimento.
Condannata in via definitiva per violenza privata e interruzione di pubblico servizio, la donna è stata prelevata questa sera dalla sua abitazione di Bussoleno in Valle di Susa. I reati per cui dovrà scontare un anno di reclusione si sono consumati nel 2012, anno in cui ha forzato la barriera di Avigliana dell’autostrada del Frejus assieme a un gruppo di militanti del centro sociale torinese Askatasuna. L’apertura dei caselli aveva causato 770 euro di danni alla società autostradale. La notizia del suo arresto ha provocato un vero e proprio terremoto negli ambienti No Tav che si sono subito mobilitati in sua difesa. “La macchina dove si trova Nicoletta è bloccata dai cittadini di Bussoleno - scrivono i No Tav - scesi in strada alla spicciolata. Speravano di poter fare questa porcata di nascosto tra Natale e Capodanno ma non è andata così”. L’autocivetta su cui viaggia la Dosio è stata circondata dagli attivisti e sta attraversando il paese a passo d’uomo. Al di là del vetro, la settantatreenne ha esibito la bandiera bianca con il treno crociato.
Il carcere, per Dosio, è stata una scelta consapevole. Un modo per radicalizzare la lotta. La donna ha infatti lasciato decorrere il termine per fare richiesta di misure alternative alla carcerazione. “Chiedere misure alternative significherebbe ammettere la mia colpa – aveva spiegato – ma non sono pentita di quello che ho fatto. Noi combattiamo per la nostra nuda esistenza e per la socialità che questa lotta ha fatto rinascere in Valle. Il carcere è per definizione un luogo di pena e non di riscatto. Qualche timore per le pene lo abbiamo tutti, però più forte è la rabbia e l’indignazione contro questa giustizia”.
Solidarietà alla pasionaria No Tav è arrivata anche da esponenti delle istituzioni. “Non condivido nulla del movimento No Tav, ma le proteste anche scomode e con le quali non si è d’accordo non vanno ignorate. Trovo sproporzionato l’arresto di Nicoletta Dosio. Credo sia una misura sbagliata e senza senso, frutto di un meccanismo burocratico che prescinde dalla concretezza delle cose”, scrive su Twitter l’esponente Pd e sottosegretario all’Ambiente, Roberto Morassut. Per il sindaco di Napoli Luigi De Magistris, invece, “Nicoletta meriterebbe una medaglia in un Paese normale”. Poi c’è lo sfogo affidato ai social dalla consigliera della Regione Piemonte Francesca Frediani, che si è sempre schierata apertamente contro gli arresti dei No Tav. “E adesso? Siete contenti? Voi sostenitori del Tav e voi che non avete battuto ciglio di fronte ad ogni arresto e ad ogni violazione del diritto in questi mesi. Non provate nemmeno un po’ di vergogna per quello che sta succedendo in valle? Una grande opera inutile detta legge nel nostro territorio e io provo disgusto per tutto questo”, scrive la grillina su Facebook. Di tenore diverso le dichiarazioni della deputata piemontese di Fratelli d’Italia Augusta Montaruli. “La Dosio - denuncia - non si è mai pentita.
È grave che in Val di Susa esistano irriducibili della violenza e che questi ultimi ricevano anche solidarietà dalle istituzioni”. “La responsabilità politica per gli assalti - ricorda la parlamentare - è di chi non prende le distanze”.
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