Non c'è estro senza libertà

In un breve periodo di tempo la Cina ha avuto uno sviluppo economico, finanziario, scientifico e tecnico smisurato.

Non c'è estro senza libertà

In un breve periodo di tempo la Cina ha avuto uno sviluppo economico, finanziario, scientifico e tecnico smisurato. Non ha superato gli Stati Uniti ma di certo il suo tasso di sviluppo è più forte del loro. Ed ora ha iniziato un vero e proprio accerchiamento geopolitico dell'Occidente. Tutto questo è stato possibile da un partito-Stato organizzato come un esercito, dove il potere è concentrato in una élite con un capo unico: un tempo l'imperatore, oggi il presidente. L'enorme successo di questa organizzazione statale fa sì che tutti i Paesi asiatici e africani la prendono a modello, rifiutando la democrazia parlamentare dove il dissidio dei partiti e le continue elezioni rallentano e spesso impediscono le decisioni. In Europa il disordine è massimo perché il potere è diviso fra il Parlamento, il Consiglio e la Commissione con la sua immensa burocrazia. Anche in Italia c'è un governo che procede per decreti presidenziali, rallentato da una enorme burocrazia con commissari ed autorità non elette. La democrazia procede nei Comuni e nelle Regioni che però sono contestate a favore del centralismo. Cresce la distanza fra elettore ed eletto, quello che aveva di specifico la democrazia. Nel libro La democrazia in America Tocqueville ci dice che anche nelle piccole comunità americane tutti coloro che svolgono una funzione pubblica vengono eletti. A partire dal comune e poi via via nella contea, nello Stato, fino alla federazione. È un modello che ha le sue radici nella città-Stato greca poi nella civitas romana, poi nei comuni medioevali fino alla teorizzazione di Hobbes, Locke e Hannah Harendt. Questo tipo di governo richiede cittadini informati, liberi, consapevoli, non ubbidienti e schiavi.

Alle inesorabili debolezze di un governo, dove ci sono tante voci diverse, corrisponde il vantaggio di una società di uomini liberi e creativi, libertà e creatività sono fortemente connesse: chi rinuncia alla libertà politica non corre nel lungo termine il pericolo di perdere la sua potenza creativa e innovativa. Tutti i Paesi orientali hanno utilizzato le tecniche occidentali ma avranno la creatività che le ha generate?

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