Più ostriche per tutti

Ci siamo ricordati che nel 2018 sette senatori del Pd chiesero un emendamento per ridurre le tasse sulle ostriche dal 22 al 10% (e nessuno parlò di "popolo affamato")

Più ostriche per tutti
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Ieri, quando abbiamo sentito il ministro Lollobrigida proporre di abbassare al 10% l'Iva sulle ostriche per mettere più consumatori possibili nella condizione di acquistarle «perché non devono essere un prodotto di lusso», ci siamo subito detti d'accordo con lui. E questo in nome del noto principio per cui la destra vorrebbe fare diventare più ricchi anche i poveri mentre la sinistra far diventare più poveri i ricchi. L'utopia della prima è che tutti pasteggino a champagne; quella della seconda è che tutti mangino panini.

Poi abbiamo sentito i risolini della sinistra, che ha cominciato a prendere in giro il ministro con il solito populismo d'accatto - «i prezzi delle uova e del burro continuano a salire e Lollobrigida pensa alle ostriche!» e ci siamo ancora più schierati dalla sua parte. Provare a salvare un settore in crisi e aiutare i pescatori messi in ginocchio dal granchio blu è un'ottima idea.

Infine ci siamo ricordati che nel 2018 sette senatori del Pd chiesero un emendamento per ridurre le tasse sulle ostriche dal 22 al 10% (e nessuno parlò di «popolo affamato»), mentre nel 2024 a volere la medesima cosa furono Forza Italia, Lega e 5Stelle. Emendamento bipartisan per un mollusco bivalve. Ci sta. A quel punto Lollobrigida aveva vinto a chele basse.

Certo, poi rimane l'impressione che la

politica sia un solo grande partito delle ostriche, trasversale e goloso. Così si passa dalla Magna Charta al magna magna. E alla fine il vero gusto è vedere la destra delle ostriche farsi fare la morale dalla gauche caviar.

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