"Come si fa a controllare una marea di autobus? È una questione di coscienza individuale, s’andassero a fa’ sto vaccino". L’uomo che abbiamo davanti, over 60 con tipico accento romano, è abbastanza seccato: ha usato i mezzi pubblici per spostarsi tutto il giorno senza mai estrarre il green pass dalla tasca. Non è il solo. Nel giorno del gran debutto dell’obbligo di certificazione verde sui mezzi pubblici in tanti raccontano di non aver incrociato neppure l’ombra di un controllore.
Succede soprattutto nelle zone più periferiche della città, ma anche nelle stazioni della metro meno frequentate. Qui si può salire tranquillamente a bordo anche senza certificazione verde, senza timore di incorrere in sanzioni. "Su questo autobus non si è visto nessuno, e oggi è pure il primo giorno, figuriamoci cosa succederà tra una settimana", ci confida un autista dell’Atac in attesa di ripartire dal capolinea di Anagnina.
Proprio in questo piazzale, stamani, è fioccato il secondo verbale della giornata, una multa da 400 euro ad un cittadino romeno appena sceso da un bus proveniente da Tivoli. Il primo ad aver pagato a caro prezzo l’incauta idea di avventurarsi in metropolitana senza certificazione verde era stato un suo connazionale, fermato dagli agenti della polizia locale in piazzale Flaminio alle 7:30 del mattino.
In serata la municipalizzata dei trasporti pubblici traccia il bilancio delle prime ventiquattro ore di attività: 1.350 controlli eseguiti e 30 passeggeri sorpresi senza certificazione. Numeri abbastanza eloquenti, se si considera che nell’ora di punta autobus e metropolitane sono affollate da circa 100mila passeggeri. D’altronde Atac dispone di appena 250 controllori. "Abito a Roma da un anno e prendo tutti i giorni i mezzi pubblici, non ho mai visto nessuno controllare i biglietti, figuriamoci il green pass. Oggi come ieri continuiamo a prendere la metro con le dita incrociate", commenta caustica una ventenne, pochi attimi prima di indossare la sua FFP2 e inforcare le scale della fermata Vittorio Emanuele.
Per dare manforte ai dipendenti della partecipata di Roma Capitale, sono scesi in campo anche poliziotti, carabinieri e caschi bianchi. È il vicecomandante della polizia locale di Roma Capitale, Stefano Napoli, nel corso del punto stampa mattutino, a raccontare che "abbiamo posto in essere un meccanismo importante che consiste in oltre 100 unità a turno (i turni sono due, ndr) destinate a questo tipo di controllo". Il vicecomandate è soddisfatto e fornisce rassicurazioni sulla continuità dei presidi: "Presteremo attenzione ai principali snodi del trasporto pubblico locale, non solo oggi ma anche nei prossimi giorni".
Napoli parla dal capolinea degli autobus di fronte alla stazione Termini, attorno a lui decine di agenti si muovono lungo le banchine armati di dispositivi per la verifica del Qr code. Non si registrano tensioni né disguidi. Tutto sembra procedere da manuale. Peccato che nel frattempo Mercurio Viaggiatore, blogger esperto di trasporti, segnalava via Twitter che, proprio a Termini, "numerose persone stanno entrando scavalcando i tornelli d’uscita della metro". "Questi controlli – ci spiega il blogger – sono una goccia nell’oceano, servono più che altro a spingere le persone a vaccinarsi nell’interesse della comunità".
C’è da dire che una presenza più incisiva non sarebbe stata pensabile. "È da molto che a Roma lamentiamo la carenza di 2.500 agenti, aumentano le attività ma l’organico non cresce", denuncia Giancarlo Cosentino, sindacalista della Cisl Fp di Roma. "Le conseguenze – mette in guardia – sono elementari, se siamo meno e abbiamo maggiori incombenze faremo poche cose fatte con la dovuta densità e ad altre non potremo sovraintendere".
Dove si registreranno i maggiori disagi? Cosentino non ha dubbi: "In questa fase la maggior parte delle attività sono addensate al centro, nelle zone commerciali, e per forza di cose lasceremo indietro le periferie". Insomma, se gli agenti nelle prossime settimane saranno impegnati soprattutto a scansionare i codici Qr nelle vie più frequentate della città, c'è il rischio che nelle borgate non solo ci saranno meno controlli, ma anche meno interventi. "Si potrà aspettare di più per rimuovere un veicolo che blocca un parcheggio per disabili, o semplicemente per arrivare sul luogo di un incidente", va avanti.
Stesso discorso vale per la polizia di Stato. Anche a quelle latitudini la carenza di organico è ormai una condizione strutturale. Tanto che, alla vigilia dell’avvio dei controlli, il sottosegretario all’Interno Nicola Molteni aveva lanciato l’allarme, rivendicando la necessità di inserire in manovra maggiori risorse per il comparto.
Una urgenza condivisa anche dal segretario del Coisp Domenico Pianese: "Abbiamo una carenza di organico di oltre 10mila unità e queste nuove mansioni ci costringono a fare delle scelte su dove e come impiegare il personale, tralasciando alcune attività investigative e di controllo del territorio".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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