Non si fermano le partenze: 47 migranti in difficoltà in un barcone

Un audio di una donna che chiede aiuto è stato diffuso da Alarm Phone e dall'Ong Mediterranea Saving Humans: 47 migranti sarebbero a bordo di un'imbarcazione da almeno 80 ore in acque Sar maltesi

Non si fermano le partenze: 47 migranti in difficoltà in un barcone

C’è una nuova imbarcazione in avaria nel Mediterraneo che, da diverse ore a questa parte, sta catalizzando l’attenzione soprattutto sui social di diverse Ong e di Alarm Phone, il network telefonico che su Twitter rilancia gli allarmi che arrivano direttamente dai mezzi in difficoltà.

Dopo il naufragio segnalato nella giornata di Pasqua, adesso i fari sono puntati su un barcone con 47 persone a bordo che, secondo Alarm Phone, sarebbe in mare da almeno 80 ore. La vicenda è emersa maggiormente soprattutto perché sono stati messi in evidenza alcuni audio provenienti proprio dal natante in difficoltà.

Sul canale Twitter di Mediterranea Saving Humans, l’Ong italiana che ha operato nella scorsa estate con le navi Mare Jonio ed Alex e che ha avuto come capomissione l’ex no global Luca Casarini, è stato diffuso un audio di una donna che ha chiesto aiuto. Si tratta, come spiegato anche dagli stessi membri di Mediterranea, di una donna di 21 anni incinta ed a bordo con un figlio di 7 anni: “C’è qualcuno che può aiutarci? – chiede la donna – Ci sono due persone morte qui, il bambino è molto malato. Non va per niente bene, due persone sono già morte. Non va bene, il bambino è malato. Venite ad aiutarci”.

A raccogliere questa telefonata è un operatore di Alarm Phone, il quale ha chiesto alla donna se avessero già allertato qualcuno: “Sì abbiamo allertato le autorità – ha risposto la ragazza di 21 anni – Nessuno però ci ha risposto”.

Nel rilanciare l’audio, i membri di Mediterranea hanno anche rivolto un appello affinché si intervenga il più presto possibile. L’imbarcazione si troverebbe in acque Sar maltesi ma, dalle autorità di La Valletta, non sarebbero arrivate indicazioni.

Del resto, il governo maltese ha ribadito nei giorni scorsi che, per via dell’emergenza coronavirus, è impossibilitato nel mettere le proprie strutture a disposizione per lo sbarco di migranti. Per adesso la situazione in tutta Europa, come si sa, appare proibitiva: l’Italia ha dichiarato i propri porti “non sicuri” e dovrebbe disporre quarantene a bordo di apposite navi. Così come per il caso riguardante gli oltre 150 migranti a bordo della Alan Kurdi.

Sul luogo in cui si trova l’imbarcazione in difficoltà, si è avvicinata la nave Aita Mari dell’Ong basca Salvamento Maritimo Humatirio. Quest’ultima si stava avviando da Siracusa verso la Spagna, ma ha deviato la sua rotta verso il punto in cui si trovano i 47 migranti in avaria. Tuttavia, come segnalato da Alarm Phone, la Aita Mari non ha a bordo strumentazioni sufficienti per dare soccorso medico ed è stato richiesto un immediato aiuto.

L’episodio riguardante il mezzo in difficoltà, testimonia ancora una volta l’impennata di crescita delle partenze dalle coste libiche. Di altre tre imbarcazioni infatti, secondo sempre Alarm Phone, si sarebbero persi i contatti nelle scorse ore. A queste, occorre aggiungere il barcone affondato ieri ed i 100 migranti arrivati a Pozzallo sempre nel giorno di Pasqua.

Sulla possibile nuova impennata di partenze verso il nostro Paese, si è registrato anche l'intervento di Ugo Cappellacci, deputato di Forza Italia: "Gli sbarchi di migranti clandestini rischiano di causare una nuova impennata dei contagi del coronavirus, l'arrivo dei primi positivi è un campanello d'allarme che non può essere sottovalutato - si legge in una nota del deputato sardo - È inaccettabile che, mentre gli italiani restano in casa, le fabbriche dell'immigrazione clandestina riprendano la loro attività a pieno ritmo, trasportando sulle nostre coste migliaia di persone".

"Né è tollerabile il pericolo che, una volta usciti dal lockdown - ha proseguito Cappellacci - rischiamo una nuova impennata dei contagi, a causa del flusso ininterrotto di miglia di persone che accederebbero senza criteri e senza controlli sul suolo nazionale".

L'allarme, ha spiegato Cappellacci, "vale in particolare per la Sardegna, che registra tutto l'anno gli arrivi degli sbarchi fantasma dalla rotta algerina. Il Governo ha già colpevolmente ritardato la chiusura dei porti e degli aeroporti isolani che avrebbe arginato notevolmente la diffusione del coronavirus nell'isola e scongiurato lo sfollamento dalle Regioni più colpite.

Ora non può addirittura consentire che, mentre gli italiani vedono limitata la propria libertà di circolazione, i trafficanti di esseri umani continuino a trasportare clandestini, con conseguenze drammatiche per la sicurezza pubblica e la salute dei cittadini".

"Dopo le promesse seguite all'approvazione del nostro ordine del giorno del 2018 - ha concluso Cappellacci - né il primo né il secondo Governo Conte hanno prodotto uno straccio di risultato".

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