Una di quelle storie che fanno bene al cuore - specialmente in un periodo duro come quello che stiamo affrontando attualmente - quella che giunge dall'ospedale di Fermo dove due anziani coniugi, entrambi ricoverati in terapia intensiva a causa del coronavirus, hanno festeggiato insieme le nozze d'oro grazie all'empatia estrema del nostro personale sanitario, nello specifico dell'infermiera Roberta Ferretti. La storia commovente di Sandra e Giancarlo - questi i nomi dei due anziani - è stata raccontata dal quotidiano locale Il Resto del Carlino.
Sandra, arzilla 71enne, è finita in rianimazione poco prima di Giancarlo, di due anni più grande della consorte. Sin da subito medici ed infermieri dell'ospedale Murri di Fermo hanno deciso di tenerli sempre vicini anche in rianimazione, rassicurandoli costantemente. E' qui che l'infermiera Roberta Ferretti ha scoperto che proprio in questi giorni i due vecchietti avrebbero festeggiato i 50 anni di matrimonio, decidendo che avrebbe fatto qualunque cosa pur di festeggiare come si deve l'ambito anniversario di nozze: "Ho preso cinquanta piccoli cuori che avevo a casa, un piccolo dolce con una candelina spenta che non si può certo accendere una fiamma vicino all’ossigeno. Abbiamo suonato la marcia nuziale, loro avevano i letti vicini e si sono presi le mani, con le poche forze che ancora avevano. È stato un momento incredibile, bellissimo, sono quei minuti che ci ripagano dei sacrifici di questi giorni" - racconta Roberta, visibilmente commossa.
Il legame di questa meravigliosa coppia è rimasto davvero indissolubile nonostante la malattia, così come raccontato ancora dall'infermiera: "Sandra ha pianto molto ma non per sé, era preoccupata per suo marito. Lui mi raccontava di quanto ancora la amasse, dopo tanti anni, dl tempo passato a guardarla ballare, ancora, solo perché gli piace guardarla e volerle bene". La Ferretti ha poi rimarcato l'estrema importanza di resistere e di continuare a restare a casa, avere gente malata fra 15 giorni perchè non ha voluto rinunciare alla grigliata tradizionale di Pasquetta non è serio, il perosnale sanitario non se lo merita.
Anche il primario del reparto, la dottoressa Luisanna Cola, ha rimarcato l'importanza estrema del dover restare umani anche e soprattutto nel bel mezzo di una pandemia: "Io non ho meriti se non quello di spingere i miei collaboratori sempre a vedere la persona accanto al paziente e a utilizzare l’identità e la biografia come sostegno alla cura. A volte viene fuori il miracolo, come in questo caso" - ha concluso senza celare una naturale commozione la dottoressa Cola.
Come tutte le favole che si rispettino anche questa avrà il suo lieto fine: Sandra e Giancarlo stanno molto meglio, sono usciti entrambi dalla rianimazione e ben presto potranno tornare a casa, insieme.
Questa bellissima storia ricorda molto da vicino quella successa pochi giorni
fa a Piacenza, dove medici e infermieri militari avevano organizzato una vera e propria festa di compleanno per Bruno, ricoverato presso l'ospedale militare da campo anch'egli a causa del coronavirus:il cuore enorme del popolo italiano si riconosce sempre, soprattutto in situazioni drammatiche.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.