Occhio all’ora solare: potrebbe uccidervi (ma solo dopo avervi addormentato)

Si torna all'ora solare: lancette indietro di sessanta minuti dopo le tre di stanotte. Un cambiamento da poco? Nella storia c'è chi per l'orario ha scatenato una guerra

Occhio all’ora solare: potrebbe uccidervi (ma solo dopo avervi addormentato)

Ci ha fatto risparmiare un sacco di soldi, che con la crisi imperante è l’unica istituzione a non averci chiesto un cent. Più di 100 milioni di euro, 613 milioni di kilowattora, tutta energia risparmiata, tutta salute in più. L’ora legale se ne va dopo sette mesi, non la vedremo più fino alla notte che dividerà il 30 marzo dal 31: tra sabato e domenica le lancette dell'orologio andranno spostate di un'ora, dalle 3 alle 2, e potremo come da tradizione recuperare i 60 minuti di sonno persi a marzo. Torna l’ora solare e per i soliti pessimisti non porta buono: stanchezza, sonno e apatia. La chiamano «Seasonal affective disorder», l’acronimo, sembra fatto apposta, è «SAD», cioè tristezza. Vale a dire la depressione stagionale che compare quando diminuisce il numero delle ore di luce in una giornata. Il momento top per la comparsa del disturbo è giusto lo spostamente dall'ora legale all'ora solare. Manca la luce, manca l’ottimismo. Come se ce ne fosse nelle giornate di pieno sole.

Secondo una vecchia teoria poi l’ora solare uccide. Un vecchio studio del Laboratorio di ricerca del ministero dei Trasporti britannico, spiegava che muovere le lancette degli orologi indietro di un'ora significava sacrificare sulle strade inglesi almeno 130 vite umane ogni inverno. E accorciandosi le sere di luce il calcolo statistico, su tre milioni di incidenti stradali, dimostrerebbe che le sere buie sono più pericolose delle mattine buie.

Il passaggio da un’ora all’altra non è mai stato semplicemente un gesto. Per una giorno, per esempio, nell’anno di disgrazia 1996, a guerra appena finita, serbi, musulmani e croati di Bosnia non riuscirono a mettersi d'accordo neanche sull'ora. Per decreto, infatti, nei territori controllati dai musulmani si era tornati all'ora solare mentre nel resto del Paese, come in tutta Europa, vigeva ancora l'ora legale. Morale: mentre gli orologi dei musulmani di Mostar-est segnavano mezzogiorno sull'altra sponda della Neretva quelli dei croati di Mostar-ovest segnavano l'una. Stessa situazione a Sarajevo e Pale, distanti tra loro appena una quindicina di chilometri: mentre i serbo-bosniaci, in linea con Belgrado e con la maggior parte dei Paesi europei, mantenevano l'ora legale ancora per una settimana i musulmani erano già passati all'orario invernale.

Stessa confusione in Iraq dopo l'intervento militare americano che demolì Saddam. Da anni in tutto il Paese d'estate era in vigore l'ora legale. Ma per Najaf, la città santa degli sciiti, roccaforte anti-Saddam, dopo la sanguinosa repressione delle rivolta del 1991 era motivo d'onore rifiutarsi di spostare l'orologio sull'ora legale, ovvero su quella che veniva chiamata l'ora di Saddam. E non è perchè sono arrivati gli americani che si cambiano le buone abitudini. Risultato: che ora è? Dipende...

All’ora solare ha dato la colpa anche France Telecom per una disfunzione informatica che colpì decine di migliaia di collegamenti di telefonia fissa nell'Ile de France, ma anche a Nizza, Marsiglia, Caen, Rouen e Strasburgo. Gli utenti chiamavano ma non riuscivano a raggiungere i loro destinatari se non dopo decine di tentativi. Blocco che coinvolse anche le linee di polizia, vigili del fuoco, emergenze mediche. Fu, come si suol dire, il classico brutto quarto d’ora...
Poi come al solito ci sono i partiti. I giapponesi stanno, irriducibili, con l’ora solare (l'ora legale fu introdotta nel 1948 e poi abolita dopo appena quattro anni: «L’ora legale è un attentato alla salute psicofisica della popolazione: ci si ammala di insonnia con gravi conseguenze sulla pressione arteriosa, si sconvolge l'orologio biologico di ciascun individuo» certifica l'Associazione nazionale scientifica del sonno. La Gran Bretagna invece si schiera senza se e senza ma con l’ora legale con il supporto dei soliti sondaggi: «L’inglese farebbe volentieri più sport o attività post lavorative se il tardo pomeriggio fosse più luminoso. Poi migliorerebbe notevolmente sia l'economia che il turismo».


E in Italia? Le ultime novità mediche spiegano che l’ora solare, allungando il sonno sul lunedì, riduce il rischio di infarto ma tiene sveglissimi i bambini piccoli e di conseguenza i loro genitori. Come siano conciliabili i due dati non si sa. Sarebbe ora di smetterla però...

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