Le speranze italiane di rispettare la tabella di marcia della campagna vaccinale anti Covid cominciano a scricchiolare. È "improbabile", dice il vice direttore esecutivo dell’Agenzia europea del farmaco (Ema), Noel Wathion, in un’intervista al quotidiano belga Het Nieuwsblad, che l’Ema, riesca a dare il via libera al vaccino AstraZeneca/Oxford entro gennaio. Un duro colpo per l'Italia che, stando a quanto stipulato, al momento, all’interno del piano europeo, dovrebbe riceverne 40 milioni di dosi. Ancora più a rischio la fornitura di 16 milioni di dosi entro il primo trimestre del 2021, indispensabili per raggiungere i 13 milioni di vaccinati promessi dal ministro Speranza entro fine marzo.
La motivazione dell'impasse del candidato della cordata anglo-svedese sarebbe un ritardo nei protocolli di autorizzazione. "Non hanno ancora fatto domanda", ha aggiunto Wathion, sottolineando che "servono altri dati sulla qualità del vaccino". Mentre, per ora, l'Ema ha ricevuto solo alcune informazioni generiche sul vaccino, "insufficienti anche a dare un via libera condizionato alla commercializzazione".
Non sono bastate, dunque, i recenti tentativi di tranquillizzare sull'efficacia del vaccino anti Covid, riportati dal Sunday Times, dell'ad di AstraZeneca. L'amministratore delegato della casa farmaceutica aveva dichiarato che la pubblicazione del nuovo studio sulla fase 3 dei test sul vaccino sarebbe arrivata a giorni, che l’efficacia era del 95% (in linea con quelli di Moderna e Pfizer-BioNTech) e che l’agenzia britannica per il farmaco — Medicine and Healthcare Regulatory Agency — sarebbe pronta ad autorizzare a breve l’utilizzo dell'antidoto. Stando agli organi d’informazione del Regno Unito, le prime dosi potrebbero essere somministrate a partire dal 4 gennaio.
Ma se il ritardo nell’approvazione da parte dell’Ema del vaccino di AstraZeneca venisse confermato, sarebbe un problema per l'intera Europa, che del vaccino sviluppato a Oxford ha prenotato 400 milioni di dosi, ma soprattutto per l'Italia. Il nostro Paese ha una prelazione su 40,38 milioni di dosi (ben più di quelle prenotate per l'unico vaccino a oggi disponibile, quello di Pfizer, di cui arriveranno in tutto 26,92 milioni di dosi). Una bella botta dato che nel primo trimestre 2021 proprio il vaccino AstraZeneca avrebbe dovuto fare la parte del leone: il piano Arcuri conta infatti sulla disponibilità di 16,1 milioni di dosi nei primi tre mesi, mentre il vaccino Pfizer dovrebbe essere distribuito in 8,7 milioni di dosi, quello Curevac ancora in fase di studio in 2 milioni di dosi e il siero di Moderna, non ancora approvato in Europa, in 1,3 milioni di dosi.
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