"Volevate allontanarci a tutti i costi, ecco adesso è morta". Si tratta del contenuto choc dell'ultimo messaggio vocale inviato da Moustafa El Chani, il marocchino di 32 anni che ha ucciso la 46enne Mara Facchetti nei campi di Azzano Mella, alla madre della vittima.
L'ha massacrata barbaramente, colpendola nella parte alta del corpo con un bastone, poi, prima di togliersi la vita, ha registrato un vocale a dir poco rabbrividente, con il cadavere ancora caldo della ex fidanzata accanto ai suoi piedi. Un tentativo meschino di lavarsi la coscienza scaricando le colpe sui familiari di Mara, ancora ignari della tragedia a cui li aveva destinati il marocchino. Ma la mamma della giovane non ha fatto in tempo a leggerli.
È da poco passata l'alba di venerdì 29 novembre quando il proprietario di una cascina in via Regina, ad Azzano Mella, ritrova una Fiat Punto grigia abbandonata ferma in una strada sterrata che costeggia i terreni agricoli della sua proprietà. All'interno della vettura non c'è nessuno ma sulla carrozzeria ci sono evidenti e inequivocabili tracce di sangue. Allarmato dalle circostanze, l'uomo avverte i carabinieri che si precipitano sul luogo per appurare i fatti. L'auto appartiene ad una signora di Brandinico: si tratta della mamma di Mara. Ed è allora che scatta l'allarme. La donna viene informata del ritrovamento dell'utilitaria con una telefonata alle ore 7 del mattino. "Perché cosa è successo?", domanda la donna preoccupata ai militari. Qualche minuto più tardi, il cadavere della 46enne spunta tra il fango e le sterpaglie della viottolo sterrato. Qualche centinaia di metri più avanti c'è un bastone insanguinato. Qualcuno l'ha ammazzata.
Sono le ore 8 del mattino quando ai carabinieri giunge una seconda segnalazione. Nei giardini pubblici di via Niga, nell'area giochi destinata ai bambini, sempre ad Azzano Mella, un ingegnere intento in un sopralluogo in zona scopre il corpo di un uomo impiccato con una corda ad un'altalena. Si trtta di Moustafa El Chani, di origini marocchine, 32 anni, irregolare sul territorio e una sequela infinita di reati per spaccio di stupefacenti. Cocainomane. Ci mettono poco gli investigatori a capire l'intreccio che sottende la mattinata delittuosa. Appeso all'albero che sovrastava il cadavere di Mara Facchetti c'è una cintola: è quella che il marocchino ha sfilato dai pantaloni.prima di sfinire a colpi di bastone sulla testa l'ex fidanzata. L'ipotesi di omicidio-suicidio si fa largo nel giro di pochi minuti.
Da una prima ricostruzione della vicenda, sembrerebbe che El Chani abbia colpito la 46enne in auto, presumibilmente al termine di una lite furibonda. Da lì, avrebbe perso controllo e con un oggetto di fortuna ha finito la compagna in maniera efferata. Mara si sarebbe data alla fuga ma la sua corsa si è arrestata dopo pochi metri, sul ciglio della strada. Il marocchino avrebbe camminato per circa 1 chilometro tra i campi prima di impiccarsi ad una giostra. Ed è proprio durante quel breve percorso che ha inviato un messaggio vocale alla mamma di Mara. "Volevate allontanarci, ecco, adesso è morta".
I familiari della vittima non hanno mai visto di buon occhio quell'uomo. E, in svariate occasioni, hanno cercato di mettere in guardia Mara. Non gli ha mai dato ascolto. Intanto, a Brandinico, dove vivevano entrambi, amici e conoscenti raccontano di un rapporto burrascoso tra i due, viziato dalla dipendenza da cocaina e maltrattamenti.
Ma nulla, al momento, sembra avere più importanza per i parenti della vittima. Di Mara resta solo un caro ricordo e una figlia di 5 anni avuta da una relazione precedente. Saranno gli esiti degli esami autoptici a stabilire la dinamica dell'accaduto. Per il resto, purtroppo, è già troppo tardi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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