Doveva essere una semplice operazione per un problema al tunnel carpale. E invece, per Paola Moise, 47enne di Rivalta in provincia di Torino, l'operazione è diventata un incubo. Tanto che i medici sono stati costretti ad amputarle il braccio per salvare la vita alla donna.
Tutto è accaduto nel maggio del 2017. La donna, che da tempo soffriva della sindrome del tunnel carpale, si è rivolta all'ospedale per un intervento chirurgico che ponesse fine al dolore. Dopo l'intervento, inizia a sentire qualcosa di strano. "Avevo dolori fortissimi, ma il dottore mi ha sempre tranquillizzata, mi diceva che era un'infezione che si poteva curare", spiega a Il Giorno.
E invece non era affatto così semplice. Perché quella che i medici chiamavano infezione, era in realtà una fascite necrotizzante che, senza intervento, può diventare letale. Giunta in ospedale con febbre altissima e incapace di camminare, la donna è stata sottoposta alla visita immediata di un altro ortopedico, che ha invece subito intuito il problema. E la soluzione, purtroppo per la paziente, era l'amputazione del braccio.
Il pubblico ministero Ciro Santoriello ha aperto un'inchiesta per farla luce su quanto avvenuto. E adesso, i medici dell'ospedale di Rivoli rischiano un processo per lesioni personali colpose gravissime.
Come riporta Il Giorno, "nei guai sono finiti il dottor Michele Ferro (assistito dall'avvocato Gino Obert), che materialmente operò la paziente, e il dottor Fulvio Barra Bajetto, difeso dall'avvocato Mauro Carena".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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