Ora i populisti sono al bivio

Ora i populisti sono al bivio

Per la prima volta banche, imprenditori e associazioni di categoria lo dicono chiaramente e insieme: i soldi che l'Europa metterà a disposizione dei Paesi membri ci servono, basta manfrine e non facciamo scherzi.

L'appello è rivolto ai partiti antieuropei e ai malpancisti dei partiti europeisti sia della maggioranza che dell'opposizione. Non si chiede a nessuno di calare le braghe di fronte a tedeschi e olandesi - tanto per fare un esempio - ma neppure di tirare la corda all'infinito con il rischio reale che alla fine si spezzi e addio ad alcune centinaia di miliardi che, viceversa, sarebbero a portata di mano se solo si usassero buon senso e pragmatismo.

Come noto Conte, sull'argomento, ha non pochi problemi con l'ala più intransigente e antieuropeista dei grillini, ma è innegabile che altrettanti problemi ci sono all'interno del centrodestra, con Lega e Fratelli d'Italia sostanzialmente contrari a stringere accordi economici, se non a fondo perso e senza alcuna condizione, e Forza Italia disponibile invece a trattare.

I populisti hanno le loro ragioni a dubitare dell'Europa, ma la loro narrazione - a tratti la loro retorica - non tiene conto dell'altra faccia della medaglia, cioè che i soci europei hanno qualche ragione a sospettare che l'Italia sia un Paese dalle mani bucate, altrimenti non avremmo il debito pubblico più alto e il patrimonio privato più alto dell'Occidente. Cioè siamo come quel tizio che ha tre ville e due Ferrari ma a fine mese piange miseria per pagare il conto al salumiere.

Un prestito, come un aiuto, è per forza condizionato a uno scopo. Dareste mille euro a un amico in difficoltà senza pretendere che questi, non so, spenda tutto in un colpo in sala giochi o a donne?

Il problema non è quindi che l'Europa ponga condizioni, semmai quali e che libertà di decidere autonomamente le priorità. E il problema non è neppure quanto ci costerebbe - per la parte a prestito - in interessi, perché anche se fossimo in grado di fare da soli - per esempio emettendo speciali titoli di Stato da mettere sul mercato - il debito andrebbe comunque restituito con un sovrappiù.

Trattare con l'Europa è quindi una via obbligata e chiunque dica il contrario sta prendendo in giro gli italiani e giocando con il fuoco.

Su questo anche Giorgia Meloni e Matteo Salvini dovrebbero

dire una parola definitiva di verità. Il tempo del facile consenso con slogan e utopie è stato spazzato via dal Coronavirus. Solo una destra responsabile e credibile può provare a riprendere in mano questo sciagurato Paese.

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