Una corrispondenza, almeno una lettera, tra quelli che poi sarebbero diventati due padri della Chiesa cattolica. Un retroscena che svela in parte i rapporti tra un arcivescovo polacco, prima Papa e poi Santo, ed un frate incaricato in Puglia e destinato a sua volta alla santità. Un frate che aveva in qualche modo già previsto il futuro dell'altro corrispondente. Due uomini che avrebbero segnato per sempre la storia del cattolicesimo contemporaneo.
Siamo nel novembre del 1962. E Karol Wojtyla, che era incaricato presso l'arcivescovato di Cracovia, prende carta e penna. Lo scopo è quello di domandare una preghiera a Pio da Pietralcina. Con ogni evidenza, in Polonia è arrivata più di qualche notizia sulle qualità eccezionali di quel frate. I miracoli non conoscono frontiera. La supplica dovrebbe essere indirizzata in favore una madre. Una persona che ha ben quattro figli e che però deve confrontarsi con un cancro, che non la abbandona: "Affinché Dio per intercessione della Beatissima Vergine mostri la sua misericordia a lei e alla sua famiglia in Cristo obbligatissimo". La missiva è firmata Wojtyla.
Il destinatario non esiterà. Per far sì che la lettera arrivi di sicuro nelle mani del cappuccino, il consacrato che sarebbe stato eletto qualche anno dopo sul soglio di Pietro, ripone il tutto nelle mani di Andrzej Maria Deskur, un monsignore che si trova a Roma per motivi di salute. Desku non è sufficiente per un contatto diretto con padre Pio. E allora, in soccorso di questa storia, arriva un commendatore: Angelo Battisti. Da Wojtyla a Deskur a Battisti: la lettera, ora, è nella disponibilità di Francesco Forgione.
È Battisti, che aveva avuto modo di conoscere padre Pio in precedenza, l'uomo cui Pio domanda la lettura di quel testo. Lo ha ricordato Italia Oggi nella edizione odierna. Pio, dopo aver appreso della richiesta, dice poche ma significative parole. Intanto assicura la preghiera per la guarigione della mamma polacca, ma poi aggiunge: "A questo non si può dire di no". Sembra una profezia sul destino di quell'ex attore teatrale che avrebbe inciso nella storia del cattolicesimo e dell'umanità di lì a poco. Ma non è tutto: anche Deskur diviene oggetto della capacità previsionali del frate pugliese. Per il monsignore che dimora in capitale viene previsto un avvenire denso di impegni in Santa Sede. Il braccio destro di Giovanni Paolo II, per il cappuccino, si trova già in Vaticano. E all'elezione in Concalve manca ancora qualche anno.
La vicenda esistenziale della madre polacca prosegue come sperato: "Venerabile Padre, la donna di Cracovia in Polonia, madre di quattro figlie, il giorno 21 novembre prima dell' operazione chirurgica istantaneamente ha riacquistato la salute grazie a Dio e anche a Te Padre Venerabile, rendo il più grande grazie a nome suo, di suo marito e di tutta la famiglia". La seconda lettera presenta la stessa firma della prima, Wojtyla, ma le sorti della donna, dopo le preghiere di Pio da Pietralcina, sono cambiate. Battisti, che è il narratore di tutta questa vicenda, ha di nuovo il compito di aggiornare Pio su quello che ha annotato via lettera l'aricivescovo di Cracovia.
Il cappuccino questa volta approfondisce meno le sue considerazioni. Battisti però deve fare attenzione: Pio gli dice di non smarrire quella corrispondenza.
Quasi come a dire che in prospettiva, quelle due missive, sarebbero state in grado di raccontare molto.E la donna guarita? La dottoressa Poltawska aspetterà cinque anni - in Polonia c'è ancora la dittatura comunista - per potersi recare a San Giovanni Rotondo. Il ringraziamento è implicito.
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