Un anno fa Fra' Matthew Festing venne ricevuto in udienza privata da Papa Francesco. Il pontefice gli chiese le dimissioni. E lui, gran maestro del Sovrano Ordine di Malta, decise di sottomettersi alla volontà del successore di Pietro. Oggi, però, l'ex vertice del più antico ordine cavalleresco della Chiesa, torna a parlare del caso dei preservativi distribuiti in zone di guerra che fu all'inizio dello scandalo dell'aprile scorso.
"Dedico ore a pregare per il bene della Chiesa e dell'Ordine - dice oggi Festing al Messaggero - Il mio habitat è nelle campagne del nord dell' Inghilterra, vicino al famoso Vallo di Adriano. Confesso che per come si sono messe le cose al Palazzo Magistrale, sede di governo dell' Ordine, sono molto più felice qui di quanto potrei esserlo a Roma". E le "cose" all'Ordine in effetti sono in fibrillazione. A breve i cavalieri eredi diretti dell'Ordine degli ospitalieri di Terra Santa torneranno ad eleggere i vertici dopo il commissariamento voluto dal Papa, le indagini, le dimissioni del maestro, le voci sulla sospensione di Burke (al tempo patrono dell'Ordine).
Il pomo della discordia ufficiale resta la questione dei condom distribuiti dagli ospedali dell'Ordine di Malta. "Da cristiano era mio dovere impedire quella distribuzione - attacca Festing - Quando l'attuale Gran Cancelliere, Albrecht Von Boeselager, era Grande Ospedaliere, l'Ordine distribuiva contraccettivi anche se questo era contrario ai precetti cattolici. Esistono prove che la prassi andava avanti da parecchio nonostante l'articolo 9 della carta costituzionale dell' Ordine. Dal momento che non voleva conformarsi alle regole, era chiaro che avrebbe dovuto offrire le sue dimissioni. Von Boeselager ha rifiutato di farlo per ben tre volte. Io sono un inglese e nel mio Paese questo comportamento è considerato inaccettabile". Festing allora riuscì a far dimettere forzatamente Boeselager, ma quella mossa gli costò il posto.
L'epurazione di Boeselager arrivò infatti alle orecchie attente di Bergoglio, che ne approfittò per dare il via ad una irrituale "modernizzazione" dell'Ordine di Malta. Il Papa decise di mettere all'angolo i vertici inviando quattro vescovi a raccogliere informazioni sulla vicenda.Il commissariamento venne ostacolato dal Gran Maestro, il quale decise di non collaborare con quella che definì una "intromissione" inopportuna ed "inaccettabile". Poi, però, fu costretto a dimettersi dopo le pressioni Vaticane. "Sono stato convocato da Papa Francesco e mi ha chiesto di dimettermi da Gran Maestro - racconta oggi Festing - È stato gentile anche se non mi ha dato alcuna spiegazione circa la richiesta; posso supporre che la Santa Sede mi abbia vissuto come un ostacolo, altra spiegazione non trovo. Come buon cattolico e come religioso ho immediatamente accettato la volontà del Papa. Sono tenuto all' obbedienza. Avevo l'impressione che la Santa Sede non fosse felice della mia insistenza sull' ortodossia, né del mio desiderio di indagare sul denaro dell'Ordine. Per alcuni probabilmente ero una forma di minaccia. Quando ne saprò di più avrò l' obbligo morale di usare ogni mezzo per far sapere".
Le dimissioni, insomma, non le avrebbe mai presentate se non fosse stato il vertice massimo della Chiesa a chiederlo (anche senza spiegazioni). "Sono un ex soldato abituato a fare ciò che gli viene ordinato dai superiori. Quando il Papa mi disse che voleva le mie dimissioni, accettai senza contrastare la sua decisione". Il fatto è che l'Ordine è da molti considerata l'ultima ridotta dei tradizionalisti della Chiesa, messi ormai all'angolo dal nuovo corso del pontificato bergogliano. Non è un caso se Burke, uno dei quattro firmatari dei Dubia contro Francesco, sia stato il loro patrono. E non è un caso se il pontefice decise un anno fa di inviare un delegato speciale (Angelo Becciu) e una lettera in cui invitava l'ordine al un "rinnovamento" meno ortodosso.
Per il 2 maggio sono tre i nomi in lizza per arrivare al vertice dell'Ordine di Malta (anche se per Festing saranno quelle del 2019 le elezioni che rinnoveranno davvero la congregazione). Aspirano a diventare cardinale (senza diritto di voto in conclave e pur rimanendo laici) il luogotenente Giacomo Dalla Torre Del Tempio di Sanguinetto, il gran commendatore Ludwig Hofmann von Rumerstein, l’ex gran commendatore Carlo d’Ippolito di Sant’Ippolito. I voti spettano solo ai cavalieri di Giustizia (coloro che fanno voto di castità e obbedienza) che abbiano almeno quattro quarti di nobiltà da almeno 200 anni.
Chi la spunterà governerà su qualcosa come 3000 cavalieri e 100mila volontari, sarà a capo di uno Stato senza terra che emette moneta e passaporti, con un seggio da osservatore all'Onu e ambasciatori in tutto il mondo e un insieme di missioni e ospedali per un patrimionio che si aggira, scrive La Stampa, attorno ai 2 miliardi di euro.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.