Aggressione choc all'interno della casa circondariale di Rebibbia (Roma), dove un boss mafioso detenuto al 41-bis si è scagliato come una furia contro una delle guardie carcerarie, arrivando a staccargli un dito con un morso. Il gravissimo episodio si è verificato lo scorso 17 giugno, ma la notizia è tornata d'attualità oggi perché al pericolo soggetto è stata notificata una misura cautelare relativa proprio a quanto commesso mesi fa, come spiegato dal segretario generale del Sappe Donato Capece.
A rendersi protagonista dell'ennesimo caso di violenza nei confronti dei rappresentanti delle forze dell'ordine è Giuseppe Fanara, appartenente a Cosa Nostra. Arrestato nel 1999 mentre si trovava insieme ad altri suo compagni all'interno di un casolare di Favara, nel 2010 fu chiesto nei suoi confronti il rinvio a giudizio da parte della direzione distrettuale antimafia di Palermo. Condannato al 41-bis, Fanara si trova ormai da 9 anni dietro le sbarre.
Il brutale attacco nei confronti dell'agente di polizia penitenziaria si è verificato nel corso di un controllo effettuato all'interno della cella del boss mafioso. Il poliziotto, secondo quanto riferito dal "Messaggero", si stava apprestando a concludere la verifica, quando qualcosa ha provocato l'ira del detenuto, che lo ha improvvisamente aggredito. Dopo averlo afferrato al collo, Fanara lo ha trascinato a terra, per poi morderlo con forza alla mano destra fino a staccargli di netto il dito mignolo.
Provvidenziale l'intervento delle altre guardie carcerarie, che hanno provveduto ad allontanare il detenuto dal loro collega ferito. Anch'essi sono stati tuttavia aggrediti con calci e pugni dal 60enne, il quale non ha esitato neppure a minacciarli:"Io a voi vi sgozzo come maiali". Sono stati necessari diversi uomini (ben 7 agenti) per neutralizzare il boss, armato del bastone di una scopa. Alla fine, dopo ben 2 ore di tensione, il carcerato è stato bloccato e la situazione è tornata alla calma. Accusato di resistenza, lesioni aggravate e lesioni gravissime a pubblico ufficiale, il boss mafioso è stato poi trasferito nel carcere di massima sicurezza di Sassari. Il dettaglio più macabro dell'intera vicenda, è che dopo la terribile aggressione non è stata ritrovata la falange staccata a morsi. Secondo le autorità competenti ed il sostituto procuratore Giulia Guccione, Giuseppe Fanara avrebbe addirittura ingurgitato il dito dopo averlo tranciato di netto dalla mano del secondino.
Questo episodio va ad aggiungersi ad una lunga liste di violenze commesse dai detenuti ai danni degli agenti di polizia penitenziaria. La misura è colma. L'allarme di Fratelli d'Italia."Esprimo a nome mio e dei deputati di FdI la più completa solidarietà e vicinanza. Ancora una volta ci troviamo tristemente a ribadire come l'emergenza carceri non sia mai finita e anzi, continui ad aggravarsi quotidianamente", ha dichiarato il capogruppo alla Camera Francesco Lollobrigida, come riportato da "AdnKronos". "Vergognoso che chi svolge il proprio lavoro corra il rischio di essere aggredito con una tale violenza. Il ministro Bonafede ci dica una volta per tutte se è sua intenzione intervenire per rimediare a simili e inaccettabili carenze o se preferisce continuare con questo colpevole silenzio".
"Siamo vicini alla Polizia Penitenziaria sempre più colpita da rivolte all'interno dei penitenziari dove è inaccettabile che la criminalità organizzata tenga in scacco i servitori dello
Stato. Una situazione drammatica che il ministro della Giustizia Bonafede è evidente non sia in grado di gestire né prevenire", ha attaccato anche il vicepresidente della Camera FdI Fabio Rampelli.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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