Orsini ora vende i suoi monologhi: ecco il tariffario del “sapere”

Il professore della Luiss ha deciso di darsi al teatro: lì non verrà interrotto da nessuno e potrà raccontare la sua verità grazie al Fatto quotidiano e a coloro che vorranno pagare per ascoltarlo

Orsini ora vende i suoi monologhi: ecco il tariffario del “sapere”

C'è un martire della verità, uno di quelli depositari assoluti del verbo, profondi conoscitori delle dinamiche oscure che governano il nostro mondo. È talmente un profeta che rischia la vita, che teme per la sua incolumità e che spesso subisce l'umiliazione dell'interruzione mentre diffonde il suo sapere. Alessandro Orsini adesso però può stare tranquillo. Ha trovato una casa in cui stare a proprio agio e una famiglia che lo protegge e che lo libera dalle catene della schiavitù manistream. La casa è il teatro Sala Umberto di Roma e la famiglia è il Fatto Quotidiano. "Ucraina, tutto quello che non ci dicono", è il titolo del monologo del professore associato di Sociologia del terrorismo e direttore dell'Osservatorio sulla Sicurezza Internazionale della LUISS
che illuminerà le menti di coloro che ignorano quello che c'è dietro il visibile. L'essenziale è invisibile agli occhi, ma Orsini avrà la capacità di palesarlo a quegli assetati di verità che saranno disposti a spendere dai 15 euro per un posto in balconata ai 25 per una poltronissima. Sono i prezzi della verità. D'altronde, come recita la presentazione dell'"evento speciale": "Alessandro Orsini è stato interrotto mille volte in televisione mentre cercava di spiegare fatti sgradevoli per i media dominanti. In questo monologo sulla guerra in Ucraina, Orsini è finalmente libero di esporre le sue tesi senza interruzioni o sovrapposizioni strumentali. Dalle cause profonde dell’invasione russa alla manipolazione dell’informazione in Occidente, Orsini svela le forze nascoste che spesso muovono il mondo in direzioni catastrofiche. Ancorato al realismo di Machiavelli e di Pareto, ma nemico di ogni complottismo, Orsini mostra le strategie con cui le persone vengono tenute all’oscuro di ciò che il potere politico-economico non vuole far sapere".

Nella sua pagina officiale il professore ha tenuto a precisare - sia mai che non blandisca il proprio ego - che ha "ricevuto diverse proposte di parlare in pubblico". Alla fine però ha scelto Travaglio anche perché "la proposta di parlare in teatro mi sembra la migliore e sto procedendo spedito in questa direzione. Dovrebbe essere un monologo basato sul mio nuovo libro, che ho iniziato a scrivere dopo la mia relazione al Senato del 4 dicembre 2018. Il titolo del libro, in uscita a maggio, è: "Ucraina. Critica della politica internazionale", edito da Paper First. Il libro conterrà in appendice anche la trascrizione integrale della mia relazione sull'Ucraina in Senato". Chapeau. Monologo senza interruzioni di fronte ai discepoli paganti e sponsorizzazione del proprio libro: tutto in un colpo solo. Pecunia non olet.

Il tutto nella comfort zone di un teatro, un ambiente protetto in cui poter affrancarsi dal vittimismo subito dal mainstream e sciorinare le sue teoria senza paura di esser interrotto o peggio ancora smentito. Il tutto mentre in Ucraina il sangue continua a irrorare le strade.

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