Sarà processato per violenza sessuale e rapina. Un 36enne di origini pugliesi, ma residente in provincia di Pordenone, è stato accusato di aver abusato e derubato una giovane ragazza e per questo rinviato a giudizio.
La vicenda
I fatti risalgono al novembre 2018. L'uomo, un pizzaiolo in attesa di essere inserito in una cooperativa di giardinaggio, aveva deciso di ospitare a casa sua una coppia di fidanzati conosciuti qualche mese prima a Rimini. I due si erano trasferiti in Friuli Venezia Giulia per cercare nuove opportunità di lavoro e si erano sistemati nell'abitazione dell'amico pugliese. Poco dopo, come spiega il Gazzettino, le forze dell'ordine avevano bussato alla porta del pizzaiolo per arrestare il fidanzato che doveva eseguire una misura cautelare in carcere emessa dal Tribunale di Forlì.
La denuncia della giovane
La sua ragazza di 26 anni era però rimasta a vivere dal conoscente. La convivenza sembrava andare per il meglio fino a quando, un giorno di metà novembre, la giovane ha chiamato le forze dell'ordine. Ai militari dell'Arma la ragazza ha raccontato di essere stata violentata e rapinata dal padrone di casa. Così i carabinieri sono entrati in azione e, dopo aver raccolto alcune prove, hanno ricostruito l'episodio violento sulla base delle dichiarazioni della presunta vittima. Sotto choc per quanto accaduto, la ragazza ha iniziato a spiegare la sua versione dei fatti: la 26enne ha dichiarato che l'uomo, all'improvviso, l'aveva afferrata per i capelli costringendola a praticargli sesso orale. Non solo. Il pizzaiolo, secondo quanto raccontato, l'aveva presa a schiaffi per impadronirsi dei soldi che il fidanzato le aveva lasciato prima di essere arrestato. Si trattava di circa 200 euro che la 26enne aveva tenuto nascosti nel suo reggiseno.
Dopo aver ascoltato le parole della presunta vittima e aver svolto ulteriori accertamenti, è stato chiesto il rinvio a giudizio per il 36enne. Fin da subito l'uomo ha respinto tutte le accuse, negando la ricostruzione della violenza sessuale e della rapina fatta dalla giovane che ospitava nella sua casa.
"Ritengo - ha spiega l'avvocato dell'uomo, forte del fatto che il suo cliente non sia mai stato sottoposto ad alcuna misura cautelare per abusi - che soltanto l'istruttoria dibattimentale potrà fare chiarezza sulla vicenda". Il processo comincerà il prossimo 10 luglio e solo in quel momento si potrà capire davvero cosa sia successo nel novembre del 2018 in quella casa in provincia di Pordenone.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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