"La politica di questo governo israeliano è il peggio del peggio. Non ha giustificazioni, è infame e senza pari". A dirlo, parlando all'AdnKronos, è Moni Ovadia, l'attore, musicista e scrittore di origine ebraiche. Con queste parole, l'uomo ha commentato le violenze in Medio Oriente, degenerate nei bombardamenti tra Israele e la Striscia di Gaza.
"Vogliono cacciare i palestinesi da Gerusalemme est- ha continuato Ovadia- ci provano in tutti i modi e con ogni sorta di trucco, di arbitrio, di manipolazione della legge. È una vessazione ininterrotta che ogni tanto fa esplodere la protesta dei palestinesi, che sono soverchiamente le vittime, perché poi muoiono loro, vengono massacrati loro". Le dichiarazioni choc riguardano anche la politica istraeliana, definita "segregazionista, razzista, colonialista", mentre la comunità internazionale è, a detta dallo scrittore e attore, "una parzialità ripugnante". Infatti, spiega, "tranne qualche rara eccezione, paesi come la Svezia e qualche paese sudamericano, non si ha lo sguardo per vedere che la condizione del popolo palestinese è quella del popolo più solo, più abbandonato che ci sia sulla terra perché tutti cedono al ricatto della strumentalizzazione infame della Shoah". E rimarca: "Tutto questo con lo sterminio degli ebrei non c'entra niente, è pura strumentalizzazione. Oggi Israele è uno stato potentissimo, armatissimo, che ha per alleati i Paesi più potenti della Terra e che appena fa una piccola protesta tutti i Paesi si prostrano, a partire dalla Germania con i suoi terrificanti sensi di colpa".
Dopo la condanna della Germania, arriva anche quella dell'Italia, che "si nasconde dietro la sua pavidità, un colpo al cerchio e uno alla botte. Ci dovrebbe essere una posizione ferma, un boicottaggio, a cominciare dalle merci che gli israeliani producono in territori che non sono loro". Infine, Ovadia conclude precisando: "Io sono ebreo, anch'io vengo da quel popolo. Ma la risposta all'orrore dello sterminio invece che quella di cercare la pace, la convivenza, l'accoglienza reciproca, è questa? Dove porta tutto questo? Il popolo palestinese esiste, che piaccia o non piaccia a Nethanyau. C'è gente che ha diritto ad avere la propria terra e la propria dignità e i bambini hanno diritto ad avere il loro futuro, e invece sono trattati come nemici".
Le parole di Ovadia hanno sollevato la reazione della scritte e giornalista Fiamma Nirenstein, che ha definito le dichiarazioni dell'uomo "farneticazioni, che dimostrano come questa persona non conosca né la storia passata, né sappia cosa sta accadendo adesso. Mentre sto parlando si contano morti e feriti israeliani. La gente di Israele è costretta a correre nei rifugi. Le serene suonano in tutta Israele". Commentando l'escalation di violenza degli ultimi giorni, Nirenstein ricorda che le proteste hanno avuto il loro "apice nel lancio di 250 missili da Gaza sulla popolazione civile israeliana". Il tutto, "è cominciata con l'assalto ad un uomo che portava a spasso il proprio cane di notte e con la diffusione su Tik Tok fra le risate di questo episodio di linciaggio e insulti antisemiti. Ed è poi proseguita per parecchi giorni con l'accumulazione nelle moschee di materiali bellici che sono stati poi scoperti dalla polizia che ha subito decine e decine di feriti".
Dopo le dichiarazioni di Ovadia, sul tema è intervenuto anche Vittorio Sgarbi. "Io sono molto amico di Ovadia- ha precisato- ma non condivido la sua posizione sulla situazione di tensione in Medio Oriente e su Israele, perché Israele è un paese che è stato continuamente minacciato nella sua esistenza, e può sbagliare alcune misure di autotutela ma i bombardamenti a Gerusalemme, se non sbaglio, vengono da Hamas".
E aggiunge: "Non è che se tu sei davanti ad un governo che apparentemente non ti rispetta fai un'azione di bombardamenti sistematica. Certo, le ritorsioni sono reciproche, la potenza di fuoco di Israele è superiore ma non mi pare che dall'altra parte si sia scelto il pacifismo gandhiano".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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