Padova, finge malore e pesta medico: detenuto sinti fermato da agenti

La furia del prigioniero è stata arginata solo grazie al pronto intervento degli agenti di polizia penitenziaria in servizio. "Debole e sterile risposta in termini disciplinari e penali" per i colpevoli, attacca il Sappe

Padova, finge malore e pesta medico: detenuto sinti fermato da agenti

Aggressione ai danni di un medico avvenuta nel carcere Due Palazzi di Padova, un episodio che è stato denunciato dal segretario del Sindacato autonomo di polizia penitenziaria Sappe del Triveneto Giovanni Vona.

Responsabile un uomo di etnia sinti, la cui violenza è stata arginata dal pronto intervento degli agenti in servizio nella casa circondariale durante la serata di ieri. Il detenuto ha finto un malore per richiedere l'intervento di un medico nella sua cella. Uno stratagemma scoperto immediatamente dal sanitario, che proprio per questo motivo è stato aggredito. Provvidenziale ad evitare il peggio il pronto intervento da parte delle guardie, che sono riuscite a bloccare il facinoroso.

"É l'ennesima violenza contro gli operatori del carcere, vittime di delinquenti che alterano l’ordine e la sicurezza, a causa anche della debole e sterile risposta in termini disciplinari e penali.", attacca Vona, come riportato da "PadovaOggi". Non c'è alcuna certezza di pene di un certo peso per chi si rende protagonista di episodi del genere in carcere, il segretario chiede interventi. "Si adottino subito urgenti provvedimenti".

Anche il segretario generale del Sappe Donato Capece ha voluto esprimere la propria solidarietà alle vittime del violento detenuto, con un duro comunicato. "I detenuti sono convinti di essere non in carcere, ma in albergo. É grave che i nostri ripetuti allarmi vengano sottovalutati.", lamenta Capece.

"Al medico vanno la nostra vicinanza e solidarietà, ma un ringraziamento particolare va ai poliziotti che hanno scongiurato l’aggressione",

prosegue il segretario. "La situazione nelle carceri resta allarmante. Bisogna intervenire con urgenza, a cominciare dal ripianamento delle carenze organiche dei reparti di polizia penitenziaria del Triveneto".

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