Padova, i rom con Bitonci: "Prima gli italiani"

I nomadi accettano la decisione di chiudere i campi, ma chiedono "una casa, magari con giardino, o un terreno privato"

Padova, i rom con Bitonci: "Prima gli italiani"

Potrebbe suonare come una provocazione, ma il tono è serio, appena velato da un accenno di ironia: "Massimo Bitonci non è cattivo, è giusto che prima di noi rom vengano i padovani."

A parlare, scrive il Mattino di Padova, è Elvis Seferovic, capofamiglia di un nucleo di nomadi residenti a Padova. In città, il sindaco leghista ha da tempo annunciato la propria intenzione - peraltro in linea con la politica del partito - di chiudere i campi nomadi del capoluogo euganeo, ricollocando i rom residenti in città e allontanando invece chi viene da fuori Padova.

Per certi versi sorprendentemente, i nomadi hanno accolto con favore la proposta del sindaco, chiedendo però che venga loro assegnato "una casa, con o senza giardino, o un terreno", eventualmente anche fornendo un contributo economico.

"Bitonci ha detto che ci avrebbe trovato una sistemazione - racconta Elvis - perché Salvini non vuole i campi nomadi. A noi va bene. Siamo disposti ad accettare una casa, un terreno, magari una casa singola con terreno intorno cosi da poterci stare tutti.

Di sicuro abbiamo spiegato al sindaco che non vogliamo andare via da Padova: qui sono nati i nostri figli e i nostri nipoti, qui vanno a scuola e qui hanno la loro vita."

"È venuto al campo da me, a casa mia, mi è sembrato una persona ragionevole che capisce cosa vuol dire avere una famiglia - prosegue - Se uno ha tanti figli è perché li ama, noi abbiamo fatto una scelta."

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