Il Pakistan è stato scosso martedì dalla notizia di un'insegnante, di nome Safoora Bibi, sgozzata da una collega di lavoro e dalle due nipoti di quest'ultima, iscritte alla stessa scuola in cui prestava servizio la malcapitata, perché sospettata di "blasfemia". La docente in questione, che lavorava nella scuola religiosa per sole ragazze Jamia Islamia Falahul Binaat, era stata infatti tacciata dalle assassine di avere "insultato il profeta Maometto". Il fatto di sangue si è consumato nella città di Dera Ismail Khan, situata nella provincia nordoccidentale di Khyber Pakhtunkhwa, lungo la frontiera con l'Afghanistan.
Secondo quanto raccontato alle forze dell'ordine dalle stesse studentesse coinvolte nell'omicidio, queste e la loro zia, l'insegnante Umra Aman, hanno deciso di punire con la morte Safoora Bibi poiché un loro parente avrebbe "visto in sogno" la professoressa incriminata mentre appunto "offendeva Maometto". La spedizione punitiva avrebbe quindi, in base alle ricostruzioni messe a punto dagli investigatori pakistani, teso un agguato alla malcapitata davanti all'ingresso principale della Jamia Islamia Falahul Binaat. Lì, la collega di Safoora Bibi e le nipoti della prima avrebbero assalito con pugnali e bastoni la "blasfema", ferendola e malmenandola per poi finirla tagliandole la gola.
Gli agenti stanno adesso indagando per accertare se l'accusa di blasfemia sia stata o meno un pretesto per consumare una vendetta personale ai danni della docente uccisa. I poliziotti stanno infatti provando a verificare se vi siano stati, nei mesi precedenti, screzi per motivi professionali tra Umra Aman e la collega sgozzata.
Fatto sta che, in quella provincia del Pakistan, l'islam conservatore è estremamente radicato e, di conseguenza, ogni denuncia di blasfemia scatena immediatamente la collera popolare contro ogni soggetto additato come nemico del credo musulmano e della sacralità di Maometto.
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