Nessun dubbio sulla colpevolezza di Innocent Oseghale, l'uomo di origine africana accusato dell'omicidio di Pamela Mastropietro. La corte di assise di Macerata, all'interno della sentenza che ha condannato l'uomo all'ergastolo con 18 mesi di isolamento diurno, ha escluso "ragionevolmente la morte per overdose, questa deve essere ascritta alla due coltellate vibrate dall'imputato allorché Pamela Mastropietro era ancora in vita". In un altro passaggio delle motivazioni della sentenza è possibile leggere: "I risultati delle indagini chimico-tossicologiche indicano, quindi, che la Mastropietro al momento della morte, si trovava ancora sotto l'effetto, in via di risoluzione, di sostanze stupefacenti (eroina) il cui processo di trasformazione metabolica era avviato".
Pamela Mastropietro: fu Innocent ad ucciderla con 2 coltellate
Secondo la corte, quindi, la morte di Pamela Mastropietro è da ascrivere all'azione delittuosa da parte di Innocent Oseghale. L'uomo colpì la vittima con due coltellate inferte quando era ancora in vita. Due fendenti che, secondo quanto espresso nelle motivazioni della condanna all'ergastolo per Oseghale, sarebbero state "del tutte avulse e incoerenti rispetto a un’attività di mero depezzamento" del corpo di Pamela. Confermato inoltre il rapporto sessuale da parte di Innocent con Pamela. Il balordo avrebbe approfittato "dello stato di evidente inferiorità fisica di Pamela, aggravato dalle precarie condizioni psichiche della ragazza" . Pamela Mastropietro fu quindi stuprata, uccisa e, infine, fatta a pezzi dal suo aguzzino. Oseghale, astutamente, pensò inoltre di lavare i miseri resti della giovane al fine di cancellare qualsiasi prova nei suoi confronti.
Altro passaggio fondamentale della sentenza che condanna Oseghale all'ergastolo è il seguente: "Ritiene questa Corte sottolineare, con particolare enfasi, la condotta di Oseghale". Questi "dopo aver accoltellato la ragazza ancora in vita, provvedeva non soltanto al depezzamento e alla dissezione del corpo, ma attendeva all'accurato lavaggio di tutti i resti con la varichina, cospargendo con l’ipoclorito di sodio anche i genitali e le labbra di Pamela...". Dopo aver appagato i suoi istinti sessuali ed eliminato Pamela, Innocent sarebbe uscito per continuare la sua attività di spaccio. La condotta dell'assassino di Pamela è stata giudicata "fredda e lucida".
La sentenza ha posto in risalto aspetti inquietanti sull'animo di Innocent, ovvero, una "freddezza disumana ampiamente dimostrata dalle modalità con cui Oseghale straziava il corpo della
ragazza". L'omicida non sarebbe stato turbato dall'assassinio e dall'operazione di depezzamento del cadavere di Pamela, ma solo infastidito dal cattivo odore dei resti della ragazza.
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