È iniziata poco fa l'ultima udienza del processo, davanti alla corte d'assise di Macerata nella quale oggi potrebbe arrivare la sentenza per Innocent Oseghale, il nigeriano imputato con l'accusa di aver violentato, ucciso e fatto a pezzi Pamela Mastropietro.
La mamma, circondata dai familiari, è arrivata davanti al Palazzo di giustizia dove, sul muro lungo la strada adiacente, sono stati affissi due manifesti con scritto "Pamela C'è" e "Verità e giustizia per Pamela" sottolineati in tricolore. Guardando i manifesti tutti i parenti e gli amici dei familiari della ragazza hanno applaudito e la mamma ha urlato: "Giustizia per Pamela".
L'udienza si è aperta con le repliche della procura, poi sarà la volta delle parti civili e della difesa. Il presidente della Corte aveva già fatto sapere che se le repliche si concluderanno entro le 11, ci saranno i tempi per dare inizio alla camera di consiglio ed emettere la sentenza altrimenti sarà necessario convocare un'altra udienza la settimana prossima.
Il procuratore Giovanni Giorgio ha chiesto per Oseghale la condanna all'ergastolo con isolamento diurno di 18 mesi senza attenuanti: secondo l'accusa, il nigeriano ha violentato la ragazza approfittando delle sue condizioni di inferiorità, la vedeva come "uno strumento per soddisfare la sua cupidigia sessuale" e, probabilmente di fronte alla reazione della vittima che voleva andarsene, l'ha accoltellata con due fendenti al fegato e poi ridotta a pezzi per disfarsi del cadavere.
Oseghale ammette di aver tagliato il corpo, ma nega la violenza sessuale e l'omicidio.
Secondo la difesa il rapporto sessuale sarebbe stato consensuale e la morte della ragazza sarebbe avvenuta per overdose, ma a quel punto l'imputato avrebbe perso la testa e, preso dal panico, avrebbe fatto a pezzi i resti della 18enne. I legali di Oseghale hanno chiesto di assolverlo dalla violenza sessuale e dall'omicidio e di condannarlo al minimo della pena per vilipendio, distruzione e occultamento di cadavere.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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