Il primo Papa che firmò un documento magisteriale su Dante Alighieri fu Benedetto XV, con l'Enciclica «In praeclara summorum» del 30 aprile 1921, in occasione del settimo centenario della sua morte. Successivamente Paolo VI, nel 1965, pubblicò il Motu proprio «Altissimi cantus». Ora Papa Francesco sta preparando una Lettera Apostolica dedicata al Sommo Poeta, da pubblicare probabilmente il 25 marzo, giorno in cui Dante iniziò a scrivere la Divina Commedia.
A confermarlo al Giornale è il cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio per la Cultura, ricordando quanto detto dal Pontefice argentino in occasione dell'udienza con la delegazione di Ravenna per il settimo centenario della morte del grande poeta. «Dante e la sua storia come emblema per la condizione umana e sulla sua ricchezza teologica e morale», annuncia il porporato.
Eminenza, lei è presidente del Comitato vaticano per le celebrazioni su Dante. Che iniziative ci saranno?
«Abbiamo tante attività legate a questa straordinaria figura. Ne segnalo due su tutte: la prima è una sorta di viaggio, che dall'Inferno risale verso il Paradiso. Stiamo studiando un momento di riflessione sulla Divina Commedia, probabilmente a giugno, nelle catacombe. È un po' come scendere negli inferi. Scrittori e attori, credenti e non credenti, rileggono e interpretano la Divina Commedia proponendo un'attualizzazione, anche in chiave provocatoria, di personaggi e di passi dell'opera, scelti personalmente. Sarà una sorta di visita guidata con percorso a tappe all'interno delle Catacombe, che simuli l'inferno dantesco. A ogni stazione un attore reciterà un breve monologo: pensiamo a Carlo Verdone, Sergio Rubini, Margherita Buy, Rocco Papaleo e Alessandro Haber, che leggeranno alcuni brani, ma soprattutto faranno una riflessione su alcuni punti: come sarebbero oggi l'Inferno, il Purgatorio e il Paradiso? Se Dante fosse vissuto ai nostri giorni, quali sarebbero i nuovi peccati capitali? L'amore nella Divina Commedia: amore carnale e divino. Al termine sarà proiettato un film ritrovato nella filmoteca vaticana, L'Inferno, del 1911».
Poi un documento papale?
«Sì, sarà una Lettera apostolica, sarebbe bello e proporrò al Papa che uscisse il 25 marzo. Abbiamo istituito un comitato scientifico-organizzativo, di cui sono presidente, per approfondire la figura e l'opera del Poeta nella sua dimensione religiosa e cristiana. I riferimenti dei Pontefici sul grande poeta non sono pochi. Ma la Lettera apostolica di Francesco, in occasione del settimo centenario della morte di Dante, sarà una riflessione sul messaggio attuale del poeta. Il Papa certamente si muoverà partendo dall'evocazione dei testi dei Pontefici precedenti (soprattutto Paolo VI) e poi svilupperà la figura di Dante e la sua storia come emblema per la condizione umana e sulla ricchezza teologica e morale del poema».
Un anno ricco di attività per omaggiare il poeta fiorentino?
«Sì, ci sarà anche un convegno internazionale, a fine novembre, probabilmente in collaborazione con l'Università Roma 3. La tematica è la dimensione teologica, la riflessione sull'escatologia, la teologia dell'aldilà.
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