Papa Francesco e il Patriarca di Mosca e di tutta la Russia Kirill si sono abbracciati all’Avana, dove il primo - che è diretto in Messico - ha raggiunto il secondo che vi sta compiendo una visita pastorale. Un gesto che richiama alla memoria un’altra prima volta: l’abbraccio di 50 anni fa a Gerusalemme tra Paolo VI e il patriarca ecumenico Atenagora a Gerusalemme.
"Questo viaggio è stato fortemente voluto da mio fratello Cirillo e da me", ha affermato poche ore fa Papa Francesco salutando nel volo da Roma i giornalisti che lo seguono nel suo 12esimo viaggio internazionale". Subito dopo il primo saluto - in una sala dell’aeroporto Josè Marti - tra un vescovo di Roma e il capo della più forte chiesa ortodossa, è iniziato il colloquio privato che dovrebbe durare un paio d’ore e sarà seguito dallo scambio di discorsi e dalla firma di una dichiarazione congiunta che sancisce una convergenza tra le due chiese anche su temi caldi come la protezione che viene richiesta per i cristiani del Medio Oriente e particolarmente per quelli perseguitati in Siria e Iraq ma anche la difesa della famiglia fondata sul matrimonio uomo-donna che sta a cuore a entrambe le comunità ecclesiali. Papa Francesco ha salutato Kirill con le parole: "Fratello, finalmente", prima di abbracciarlo. Ed ha ripetuto la parola "fratello" 4 o 5 volte. "Siamo fratelli, è molto chiaro che questa è la volontà di Dio", ha continuato prima che fossero allontanati i giornalisti perchè il colloquio tanto atteso potesse svolgersi nella massima libertà.
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