Bergoglio ipoteca il successore: così sarà il prossimo conclave

Ambiente, migranti e istanze Lgbt: i nuovi cardinali del Papa si collocano sulla linea del progressismo. E il prossimo Conclave rischia di essere scontato

Bergoglio ipoteca il successore: così sarà il prossimo conclave

Il Papa argentino ha chiuso la pratica per la sua successione. Chi, nelle logiche del Vaticano, intravede linee e schieramenti la pensa così. Del resto sono ben 73 i cardinali che Jorge Mario Bergoglio ha creato durante questi sette anni e mezzo di pontificato, e il totale dei votanti fa centoventotto. Il pontefice gesuita ha già la "maggioranza", ma dopo il concistoro che si è svolto ieri le cose per il fronte della "opposizione" si complicano non poco. E questo speciale pallottoliere riguarda un Conclave che potrebbe tenersi anche tra molti anni, mentre Bergoglio potrebbe anche creare ulteriori cardinali da qui alla fine del suo regno. La Chiesa del futuro sarà dunque in "uscita", così come vuole papa Francesco. Difficile fare previsioni diverse.

Proprio in questi giorni si è levata la voce del vescovo di Roma: la Chiesa cattolica - ha ripetuto - non è un partito, e non è con le categorie della politica che il momento odierno può essere letto ed interpretato, ma tant'è: pure i nuovi cardinali sono annoverabili tra i cosidetti "progressisti". I vescovi americani stanno ragionando: Joe Biden è cattolico, ma è anche un abortista. E allora la Curia americana si interroga sulla concessione dell'eucarestia. Il cardinale ed arcivescovo di Washington Wilton Gregory è tra coloro che apriranno, anzi hanno già aperto, un canale di dialogo con la nuova amministrazione americana. Ambiente, periferie, gestione dei fenomeni migratori e diritti Lgbt: questi i banchi di prova per verificare l'esistenza di un terreno comune, che tuttavia c'è. Le analisi dei conservatori americani lo affermano con certezza: il Papa - dicono - ha nominato tre cardinali vicini alle istanze Lgbt. Sarebbe un'altra mossa per scardinare il sistema di chiusure dottrinali promosso dal "fronte tradizionale" o comunque qualcosa di molto simile.

Nell'esercizio dei pronostici c'è chi fa addirittura dei nomi, ma è oggettivamente presto per comprendere chi siederà su quel soglio. Sappiamo forse meglio come sarà l'Ecclesia: un luogo aperto e non disposto a serrare troppo le fila nei confronti del mondo, con tutte le contraddizioni del caso: Bergoglio ha aperto alle unioni civili, ma ha usato di nuovo quell'aggettivo - "sicari" - per riferirsi all'aborto. L'ex arcivescovo di Buenos Aires aveva già utilizzato quell'espressione in passato, mentre adesso l'ha ribadita - come ha notato Sandro Magister - all'interno di un messaggio destinato alla sua Argentina, la terra dove il Papa non si è mai più recato dopo l'elezione. I tradizionalisti continuano ad agitare un'altra parola, che corrisponde a "confusione", ma il gesuita continua a camminare sul suo sentiero. Il Papa venuto dalla "fine del mondo" sceglie i nuovi porporati non sulla base delle diocesi di provenienza, ma sulla base di altri fattori: su tutti la pastorale ed il modus operandi. I neo-cardinali non ne sanno niente e ricevono una telefonata improvvisa: questa è ormai la prassi conosciuta. Quella che il Papa mette in campo quando seleziona i "principi della Chiesa".

Le elezioni americane sono state un banco di prova: la Chiesa americana, che si è distinta per divisioni interne, può valutare il da farsi. Donald Trump, l'uomo del muro al confine con il Messico, dei dazi e della contrarietà all'accordo stipulato tra Repubblica popolare cinese e Santa Sede resterà in auge, ma in un ruolo diverso e meno pesante di quello di presidente degli Stati Uniti. I conservatori hanno fatto notizia in questi anni soprattutto all'interno di quei confini, soprattutto per via delle politiche pro life e pro family del tycoon. Gregory, in questo senso, già rappresenta la linea maggioritaria del prossimo avvenire negli States. Ma l'America è solo uno degli scenari.

In generale, tutti e 13 i nuovi cardinali hanno qualche elemento di progressismo nel loro background o comunque di certo non fanno parte dell'elenco degli alti ecclesiastici "tradizionalisti". Il cardinale Marcello Semeraro è conosciuto anche per via della prefazione ad un libro di don Aristide Fumagalli. L’amore possibile. Persone omosessuali e morale cristiana è il titolo dell'opera. Se non è il "ponte" che vorrebbero costruire i gesuiti nordamericani, con James Martin in testa, con la comunità Lgbt, poco manca. Perché la dottrina, pur non modificando la sua essenza, può procedere in direzione di uno "sviluppo".

Semeraro sarà anche il prefetto per la Congregazione della Cause dei Santi al posto del missionario cardinal Angelo Becciu. La riforma di Francesco prende piede sulle spalle del Santo Padre ma pure su quelle degli uomini che amministrano ruoli centrali per la Chiesa dell'oggi e del domani.

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