Un viaggio nel cuore dell'Europa: così il Papa si schiera contro i sovranisti

Tutto pronto per il viaggio del papa in Bulgaria e in Macedonia. Una delle prime visite sarà riservata a un campo profughi: altro messaggio ai populisti in vista delle elezioni europee

Un viaggio nel cuore dell'Europa: così il Papa si schiera contro i sovranisti

La visita che papa Francesco sta per effetturare in Bulgaria e in Macedona ha il valore di un messaggio specifico (e politico) inoltrato ai cittadini europei a poche settimane dal voto per il rinnovo del Parlamento di Strasburgo e Bruxelles. Se esiste una dicotomia dei tempi odierni, questa è quella tra le istituzioni della Chiesa cattolica e il fenomeno politico populista.

Il Vaticano si è più volte occupato, anche mediante la stesura e la diffusione di documenti ufficiali, della pericolosità nascosta dietro al rilancio delle istanze nazionaliste, ma il fatto che Jorge Mario Bergoglio, tra le tappe previste dalla Santa Sede per la prossima settimana, abbia selezionato quella del campo profughi di Vrazhdebna non può sfuggire ai più. Un po' perché il mese di maggio, almeno per noi cittadini dell'Unione europea, è quello che è, un po' perché il Santo Padre, con il continuo tuonare contro la mentalità chiusa (qualcuno ha contato come da gennaio a oggi il vescovo di Roma abbia pubblicamente pronunciato parole a favore dell'accoglienza per circa trenta volte), che vorrebbe chiudere le porte e i porti ai migranti, sembra aver accentuato - se possibile - una narrativa che si oppone in maniera ancor più diretta al sovranismo.

La possibile simbologia di questo viaggio è stata notata da Franca Giansoldati, che su Il Messaggero ha scritto che quello del pontefice argentino "sembra quasi una missione anti Salvini". Sullo sfondo, ma neppure troppo, c'è il tema delle periferie economico - esistenziali, quelle a cui papa Francesco guarda con maggior interesse e maggior costanza da quando è seduto sul soglio di Pietro. Pure questo, come altri nella storia di questo pontificato, sarà un viaggio periferico solo da un punto di vista geografico, perché il pontefice non si nasconderà e si riferirà ai disagi vissuti e subiti dagli ultimi.

All'inizio del 2019 era stato segnalato come questo, per Bergoglio, potesse essere un anno particolarmente complesso. Sul lato ecclesiastico, è già possibile annoverare la continuazione di quella "crisi degli abusi" su cui il papa emerito ha messo qualche punto poche settimane fa e, per ultimo, la pubblicazione di una lettera, firmata da sessantuno tra teologi e studiosi, che accusa il papa regnante d'eresia.

Sul lato politico, invece, bisognerà vedere come andranno le elezioni europee e se il Vecchio continente deciderà di ricusare il tanto stigmatizzato populismo. Intanto avremo modo di ascoltare quanto dirà il papa in Bulgaria e in Macedonia.

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