"Scrivete le vostre bestemmie". È bufera sul parroco

Bufera sul sacerdote di una parrocchia in provincia di Pesaro-Urbino. Dopo aver udito uno dei ragazzi del catechismo pronunciare una bestemmia, ha chiesto a tutta la classe di scrivere le parole blasfeme sul quaderno

"Scrivete le vostre bestemmie". È bufera sul parroco

Un metodo a dir poco singolare di insegnare ai ragazzi della parrocchia, invitati a scrivere su un quaderno tutte le bestemmie di cui sono a conoscenza: a finire nell'occhio del ciclone è il parroco di una cittadina in provincia di Pesaro-Urbino.

Il caso ha suscitato così tanto clamore che alla fine l'arcivescovo della zona si è visto costretto a intervenire, richiamando il prelato.

Tutto, secondo quanto riferito da Il Giorno, ha avuto inizio durante una lezione di catechismo, quando uno dei ragazzini si è lasciato sfuggire una bestemmia. Il parroco ha interrotto la lezione e assegnato alla classe un compito piuttosto discutibile, ossia scrivere sul proprio quaderno le bestemmie conosciute da loro o sentite pronunciare in famiglia. A quel punto si è scatenato un putiferio, con i genitori dei ragazzi che hanno protestato, rifiutandosi di continuare a mandare a catechismo i figli.

Interpellato dall'archivescovo, il parroco ha però spiegato di non avere avuto alcuna cattiva intenzione. Chiedere ai giovani di scrivere le parole blasfeme era stato infatti un modo per metterli di fronte alle loro responsabilità. "Stavamo facendo catechismo in chiesa, quando sento una bestemmia pronunciata da uno dei ragazzini. Allora ho interrotto il nostro momento e li ho invitati ad aprire il quaderno e a scrivere su quelle pagine le bestemmie che conoscevano", racconta, come riportato da Il Giorno. "Oggi abbiamo appreso il valore delle parole. A volte non sappiamo esattamente nemmeno il significato della bestemmia e cosa voglia dire offendere Dio nella sua casa, in chiesa", aggiunge.

L'uomo di chiesa si è detto sicuro che chiedere ai ragazzi di scrivere certe parole li ha in realtà spinti a confrontarsi con il loro reale valore. "Abbiamo potuto analizzarle, capire che esiste l'imprecazione, la parolaccia e la bestemmia vera, quella pronunciata con il cuore, con l'intento di offendere Dio e la parolaccia meno grave", spiega il prete, "Ed esiste anche la bestemmia non vera, quando ad esempio si scrive dio con l'iniziale minuscola. Abbiamo ad esempio preso coscienza che la bestemmia scritta su un muro è voluta deliberatamente ed è una offesa grave".

Non tutti, però, hanno apprezzato la lezione impartita dal sacerdote ai giovani. Molti genitori sono furiosi, e trovano increscioso l'episodio.

Il prete, in ogni caso, si è scusato. Anche l'arcidiocesi si è pronunciata sul caso, richiamando il prelato, che terrà un incontro chiarificatore con le famiglie. L'arcivescovo si è inoltre detto disponibile a incontrare i genitori.

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