Via pass e restrizioni. Figliuolo detta i tempi: "Prima vaccini al 90%"

Il Cts valuta l'ipotesi di togliere il certificato per lo sci e lo stop definitivo alla Dad per la scuola

Via pass e restrizioni. Figliuolo detta i tempi: "Prima vaccini al 90%"

La Lega insiste: via l'obbligo green pass prima della fine dell'anno. Ma il presidente del Consiglio Mario Draghi non cede alla pressione. E incassa il sostegno anche di Forza Italia. «Arriviamo prima al 90% di vaccinati e poi vediamo. È appena entrato in vigore, vediamo come va prima, è troppo presto. Anche perché in altri Paesi i contagi stanno aumentando. Non abbiamo fatto questa fatica per tamponarci ogni 24 o 48 ore ma per tornare alla normalità. Sono molto orgogliosa di essere parte di un paese in cui ognuno ha fatto la sua parte, abbiamo potuto riaprire grazie ai vaccini», taglia corto il ministro per gli Affari regionali Mariastella Gelmini, intervenendo all'assemblea di Confindustria Brescia.

Nel governo la posizione del Carroccio è praticamente isolata. La deadline di Palazzo Chigi è definita: la rimodulazione del campo di applicazione della certificazione verde arriverà agli inizi del 2022. Ma solo dopo aver centrato la soglia del 90% di italiani vaccinati l'obbligo dell'uso del green pass sarà circoscritto ad alcuni settori. Il 31 dicembre termina lo stato di emergenza. Salvo proroghe, solo dopo il green potrà essere eliminato o rimodulato. Nelle proposte allo studio del Cts si valuta l'ipotesi di cancellare l'obbligo del possesso del pass vaccinale per tassisti e badanti. Si ragiona, inoltre, sull'opzione di escludere dall'obbligo green pass, con le nuove misure, anche gli impianti di sci. Il lavoro è proiettato verso un'ulteriore sforbiciata alle misure restrittive. Ed infine dovrebbe essere completamente cancellato il ricorso alla Dad nelle scuole. Tutto è vincolato al raggiungimento dell'obiettivo del 90% di vaccinati.

«La possibilità di allentare le misure come il green pass si presenterà solo quando verrà raggiunto il 90% della popolazione vaccinata. Quando raggiungeremo il 90% e se i comportamenti continueranno ad essere responsabili come fatto da tutti noi fino ad ora e le curve confermeranno l'andamento, io penso che il governo penserà a qualcosa che potrà andare verso un alleggerimento delle misure. Quello che farà non lo so, ma sono sicuro che quando raggiungeremo quell'obiettivo ci potrebbe essere un allentamento», conferma da Padova il commissario per l'emergenza Franco Paolo Figliuolo. Che fissa anche la tabella di marcia: «Ben venga il rialzo delle dosi arrivato con la notizia dell'estensione del green pass e consolidato il 15 ottobre. Ora vedremo se questo trend diventa strutturale ma la curva delle prime dosi si è stabilizzata attorno ai 60mila, in leggero rialzo, e se è così sono contento. Con 70mila inoculazioni al giorno per 30 giorni ci portiamo a casa 2 milioni di persone vaccinate in più il che ci aiuterebbe ad arrivare al 90% di copertura vaccinale o a superarlo e a quel punto avremo raggiunto un bell'obiettivo».

Il piano a cui lavora l'esecutivo ha dei punti fermi: stop al green pass per accedere a bar, ristoranti e pub al chiuso. Non dovrebbe essere più richiesta la certificazione nemmeno per spostarsi all'estero. E dovrebbe saltare l'obbligo anche per i lavoratori. Con la sola eccezione di chi svolge mansioni a contatto con il pubblico.

Mentre resterebbe in vigore per accedere a stadi, concerti e discoteche. Con una novità: saranno aboliti i limiti alla capienza. L'occhio resta vigile sulla curva dei contagi. Che in Italia, a differenza di altri Paesi europei, non schizza.

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