Il pastore sardo che non si arrende ai giapponesi: "Non avrete la mia terra"

La giustificazione con cui vorrebbero portar via una parte dei terreni dei Cualbu è il "sottosviluppo economico e culturale"

Il pastore sardo che non si arrende ai giapponesi: "Non avrete la mia terra"

Giovanni Cualbu è il pastore di cui racconta La Stampa, che sta combattendo una lotta che conta anche sul supporto della Sardegna e che vede come nemici i giapponesi. Al centro della diatriba c'è la realizzazione di un impianto per la produzione di energia solare dove al momento pascolano le pecore. Una centrale a specchio al posto dei campi e che dovrebbe essere realizzata quasi tutta nei terreni del pastore settantasettenne

In questa lotta si scontrano anche ill Ministero dell’Ambiente, che ha dato parere favorevole all'operazione nipponica, e il Comune di Decimoputzu, gli uffici regionali e persino il Ministero dei Beni culturali. La multinazionale asiatica che ha sede fiscale a Macomer, una cittadina del Centro Sardegna, ha addirittura chiesto che i terreni della famiglia Cualbu vengano espropriati per pubblica utilità.

"Mi hanno proposto di vendere i terreni, mi hanno detto che mi avrebbero dato tanti soldi, ma io non cedo. Sono un povero vecchio, ma per un pastore la terra è la più grande ricchezza. Questi pascoli non hanno prezzo", dice il pastore, e l'assessore regionale all’Agricoltura, Elisabetta Falchi, gli fa eco: "Non possiamo accettare che progetti come questi possano compromettere l’attività agricola. In questo caso mi pare davvero difficile individuare una sola ragione di pubblica utilità tanto da ipotizzare di dover sfrattare una un’azienda agricola come quella della famiglia di Decimoputzu"

Nella zona di Flumini Mannu, racconta La Stampa, Giovanni Cualbu e il figlio Salvatore hanno messo in piedi un’azienda moderna: alcune centinaia di ettari destinati alla coltura dei cereali, stalle per cinquemila metri cubi, una vaccheria per l’ingrasso di vitelli, bovini e cavalli, una mungitura meccanizzata e un carro miscelatore per l’alimentazione dei 1.800 pecore. Capi ovini selezionati e pluripremiati.

La giustificazione con cui vorrebbero portar via una parte dei terreni dei Cualbu è il "sottosviluppo economico e culturale". "Prima hanno provato a farmi capire che sarebbe stato un affare anche per tutti", rivela ancora il signor Cualbu, "ma io ho capito subito che vogliono provocare uno scempio. Se dovessero realizzare un impianto di questo genere tutti i terreni intorno perderebbero valore. Qui non si potrà coltivare più nulla. Dovremmo anche portar via le nostre pecore. Tutto il territorio sarebbe compromesso, anche perché questa centrale farebbe aumentare la temperatura di quattro gradi".

Adesso la palla passa al Governo, per risolvere il conflitto tra ministeri. Ma il pastore è pronto alla battaglia legale: "Io sono piccolo e non ho le loro risorse economiche ma combatterò fino alla fine.

Possono essere i più ricchi del mondo ma qui non comprano proprio nulla. Per fortuna non siamo da soli, perché con noi ci sono tante associazioni. Tutti i sardi. Qui i giapponesi non sbarcheranno, non sfratteranno le nostre pecore".

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