Le autorità sanitarie europee hanno di recente lanciato l'allarme riguardo alla comparsa di una "epatite di origine ignota", che ha ultimamente colpito decine di bambini, costringendo in alcuni casi dei minori a sottoporsi a interventi chirurgici d'urgenza. Il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) ha quindi suggerito in questi giorni a tutti i medici di segnalare e condividere le informazioni sui casi di questa epatite riscontrati in bambini fino all'età di 16 anni. I casi più numerosi della patologia anomala sono stati finora accertati nel Regno Unito e in Spagna.
In territorio britannico, in particolare, ci sarebbero già una settantina di casi di questa malattia di origine ignota, la maggior parte dei quali in bambini di età compresa tra 2 e 5 anni. Alcuni bimbi hanno avuto un decorso devastante della malattia, trasformatasi in insufficienza epatica acuta e con conseguente ricovero in ospedale dei piccoli pazienti affetti dalla patologia anomala. Un ridotto numero dei malcapitati, hanno precisato le autorità sanitarie di Sua Maestà, è stato costretto a subire addirittura un vero e proprio trapianto di fegato. La Sanità britannica, cercando di trovare la causa dell'epatite comparsa di recente, ha ipotizzato una connessione tra quest'ultima e il Covid, dato che alcuni dei bambini ricoverati in ospedale in Inghilterra sono risultati positivi al Sars-Cov 2. Tuttavia, l'ipotesi in questione appare, agli occhi dei rappresentanti dell'Ecdc, molto debole.
Quanto alla situazione spagnola, sarebbero tre i casi di epatite ignota accertati in territorio iberico, tutti attualmente sotto osservazione presso un ospedale di Madrid. I tre pazienti spagnoli sono bambini di età compresa tra i 22 mesi e i sette anni, con uno di loro che ha però avuto bisogno di un trapianto di fegato. Tutti e tre stanno avendo ad oggi, a detta dei vertici della Sanità locale, un'evoluzione clinica "favorevole".
Antonio Gasbarrini, ordinario di Medicina Interna all'Università Cattolica e Direttore del Dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche presso la Fondazione Gemelli Irccs di Roma, ha commentato con le seguenti parole i casi di epatite sconosciuta individuati in Europa e l'ipotetico collegamento tra la malattia citata e il Covid: "È noto che alcune infezioni virali, tra cui il Covid-19, possano provocare delle epatiti, ma quello che si è verificato nel Regno Unito non è solo infiammazione passeggera del fegato, bensì una vera e propria insufficienza epatica acuta che ha portato in alcuni casi a trapianti di fegato. Ne sono stati segnalati 50 casi in Inghilterra e 10 in Scozia in due mesi e rispetto alla rarità con cui normalmente si verifica questo evento, rappresentano un numero abnorme. Quindi la situazione è preoccupante a prescindere da un possibile, e per ora non dimostrabile, collegamento con il Covid-19". I casi che stanno attualmente preoccupando l'Europa, ha quindi rimarcato il luminare, "non sono inoltre legati a epatiti virali note, come A, B, C, E".
Fortunatamente, ha evidenziato in conclusione Gasbarrini, non sarebbero stati ancora accertati in Italia casi di epatite ignota.
Tuttavia, il docente ci ha tenuto a puntualizzare: "Non possiamo escludere che non si verifichino da un giorno all'altro. Quindi dobbiamo alzare il livello di attenzione nella classe medica, come il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) ci invita a fare".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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