I dati choc sugli abusi: "Aumentano le donne ​che violentano i bimbi"

Le donne sempre più attive su siti web pedopornografici. Nel mirino delle ''lobby pedofile'' bambini in età scolare e neonati di pochi giorni

I dati choc sugli abusi: "Aumentano le donne ​che violentano i bimbi"

Donne, talvota madri e in età matura. Sono le protagoniste dei reati di pedofilia e pedopornografia, di un orrore quotidiano che sul web non risparmia più nessuno: basta un click per soddisfare le perversioni più abberranti, specie ai danni di neonati di pochi giorni. Internet, e in generale, il mondo digitale hanno amplificato la complessità dei casi di abuso e sfruttamento sessuale di minore figurandosi, di frequente, terreno fertile per l'adescamento dei bambini. Secondo i dati forniti dalla cyberTipline del NCMEC (National Centre for Missing and Exploited Children) il fenomeno della pedofilia in rete è in aumento esponenziale: da 1 milione di casi nel 2014 si è arrivati a 8 nel 2016. Ma non è tutto. Una stima recente realizzata da Microsoft evidenzia che ogni giorno vengono scaricate circa 720.000 immagini rappresentati abusi sessuali su minori. Numeri decisamente allarmanti che raccontano solo in parte la vera entità di un fenomeno verosimilmente sottostimato e trasversale al sesso degli abusanti. Il dato più preoccupante riguarda gli utenti di sesso femminile: sono in crescita esponenziale.

Negli ultimi dieci anni è in aumento costante la presenza attiva di donne abusanti nei video e nel materiale pedopornografico che gira in rete. Anzi: ci sono ormai veri e propri ‘filoni’ di materiale pedopornografico con donne come protagoniste di atti sessuali con minori. "Le donne non solo sono in aumento: sono passate da un ruolo di copertura dei loro compagni di vita (sapevano e non denunciavano) a pedofile attive. Non è più una rarità trovare foto e video di donne che abusano di bambini. In alcuni casi ci sono anche forme di crudeltà sessuale inaudita. Il male non conosce o distingue il genere sessuale. Quando tutto si riduce ad oggetto di godimento per la propria personale perversione, tutto diventa possibile''. A spiegarlo, in un'intervista al quotidiano Libero è Don Fortunato Di Noto, classe 1963, che lo scorso 3 settembre il 29mo anno di sacerdozio, vissuto combattendo contro la pedofilia attraverso l'Associazione Meter Onlus.

Ma chi sono i ''cyber pedofili''? "Il cyber pedofilo è un individuo (maschio e femmina) perverso anche nella realtà, cerca e trova nella rete la possibilità di soddisfare le sue fantasie sessuali senza contravvenire alle regole morali che la società in cui vive gli impone. Inoltre riesce a soddisfare in maniera virtuale (e anche reale, quando concretizza l'incontro dopo l'adescamento) l'abuso. Tutto ciò contribuisce a una maggiore devianza. Ci sono tanti tipi di pedofili e di pedopornografia, per ogni tipo di soddisfazione: dai neonati ai prepuberi (massimo 13anni)", racconta il parroco.

In un report stilato da Meter, relativo al 2018, c'è stato un incremento della quantità di foto rinvenute tramite il monitoraggio: da circa due milioni del 2017 si è passati a 3.053.317 del 2018. Secondo la stima i cyberpedofili scelgono preferibilmente foto e video di bambini fra gli 8 e 12 anni, perché navigatori solitari ed inesperti; seguono poi quelli fra i 3 e i 7 ma non mancano purtroppo i piccolissimi, da 0 a 2 anni. "Partiamo da un numero riscontrabile: Meter Onlus ha denunciato a diverse polizie nel mondo, anche quella italiana, dal 2003 al 2019 l'attivazione di 174.731 links puri di pedopornografia; solo nel 2019, 7.074.194 foto e 992.300 video (età dei bambini coinvolti: da pochi giorni fino a 13 anni, l'età preferita dai pedofili); 61.525 denunce (un'enormità), spesso non prese in considerazione per l'approfondimento e l'ndagine. - continua il parroco -Durante il lockdowm sono state centinaia le segnalazione alla Polizia Postale di canali social dove non solo venivano adescati i minori, ma gli stessi, o per gioco o perché ricattati, producevano a loro volta materiale erotico. A volte con situazioni cruente indicibili. Si deve fare di più. Prendere in considerazione una segnalazione (magari con una maggiore ed efficiente cooperazione internazionale, cosa che tenuamente si sta sviluppando) potrebbe salvare tanti bambini dalla schiavitù sessuale. Perché è di schiavitù che si parla''.

Si parla spesso di ''lobby pedofile''. Cosa sono? ''L'ideologia e la lobby pedofila insiste molto sul fatto che la pedofilia non sia perversione, né una patologia psichiatrica o un disturbo: dicono, e sono migliaia i portali e i siti pro pedofilia, che il pedofilo nasce pedofilo, che la pedofilia è un orientamento sessuale come un altro, che i bambini possono esprimere un consenso anche sessuale, che esistono i pedofili virtuosi, che voglio il bene dei bambini. Tutti concetti che le lobby pedofile sostengono e promuovono. E tutto alla luce del giorno, senza che nessuno o quasi, culturalmente e anche scientificamente, si contrapponga. La preoccupazione è che tutto, tra non molto, si normalizzi. Ribalto la domanda: denunciare di neonati abusati sessualmente, questo fatto criminoso, è accettabile? Come mai nessuna reazione sociale, politica, culturale? Tutto tace. E questo fa molta paura''.

Esistono canali web come Signal o Telegram su cui si accettano richieste per la realizzazione di video di
abusi su minori. La sensazione è che le nuove tecnologie e i social favoriscano l'incremento di abusi sessuali su minori. "Non dobbiamo demonizzare l'utilizzo della nuova tecnologia. - conclude Don Fortunato -È più un problema educativo e di auto responsabilità. I genitori sono i primi dipendenti.

Dovremmo iniziare da loro per un percorso di utilizzo responsabile. I bambini in molti casi, se aiutati, percepiscono il pericolo. Non possiamo farli naufragare sul web. Sono sufficienti un po' di pazienza e disponibilità''.

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