Casi di pedofilia e abusi: ecco il dossier sul cardinale Pell

Un dossier della Commissione d'Inchiesta sul caso del cardinale Pell, accusato di aver coperto casi di pedofilia e di veri e propri abusi "storici"

Casi di pedofilia e abusi: ecco il dossier sul cardinale Pell

Il cardinale Pell - com'è noto - è accusato di aver coperto dei casi di pedofilia quando era arcivescovo di Melbourne. Il porporato australiano - successivamente - sarebbe stato incriminato anche per presunti "storici" abusi sessuali su minori. Durante la prima udienza tenutasi lo scorso luglio in Australia, Pell ha respinto tutte le accuse: "A scanso di equivoci, dico subito che il cardinale Pell si 
dichiara non colpevole...", sottolineò all'epoca l'avvocato Robert Richter in tribunale. Pell - tuttavia - scelse in quell'occasione di non pronunciarsi personalmente. La seconda udienza, svoltasi ad ottobre - poi - durò venti minuti e si è limitò ad indagare sugli aspetti amministrativi. La Corte - in questa seconda circostanza - ha udito la previsione della deposizione di 50 testimoni prevista per il prossimo marzo: un passaggio cruciale per verificare l'esistenza del fumus boni iuris e procedere - quindi - con il processo. Una vicenda davvero pesante - insomma - considerando che Pell è la più alta carica ecclesiastica mai finita sotto accusa per reati inerenti la pedofilia. Papa Francesco - inoltre - aveva nominato l'australiano prefetto della Segreteria per l'Economia del Vaticano solo nel 2014 e così - tutta la "questione Pell" - ha assunto rilevanza mediatica anche in funzione della fiducia che il papa sembrava aver riposto in quest'uomo di Chiesa.

Ma quali sono queste accuse mosse nei confronti del cardinale? L'edizione odierna di Repubblica ha pubblicato il contenuto dell'ultimo dossier della Commissione d'inchiesta. Il documento sottolinea che: "il desiderio di evitare scandali e di proteggere la reputazione dei sacerdoti e della stessa Chiesa cattolica ha condotto a un «fallimento straordinario » rispetto a ciò che invece sarebbe stato doveroso fare". Per la Commissione - insomma - le diocesi di Ballarat e Melbourne non avrebbero risposto adeguatamente a denunce riguardanti abusi su minori che sarebbero state presentante nel corso di trent'anni. Pell - nelle città australiane citate - è stato prima sacerdote e poi vescovo. Ma il passaggio apparentemente più sconcertante tra quelli rivelati riguarda la testimonianza di Graeme Sleeman: un testimone che - nel novembre 2015 - avrebbe dichiarato che il porporato australiano - dinanzi ad alcune richieste su questi casi di abusi - "Mi attaccò il telefono". La tendenza della diocesi - poi - sarebbe stata quella di trasferire in nuove diocesi i sacerdoti accusati di pedofilia.

I casi per i quali invece Pell sarebbe direttamente accusato - invece - deriverebbero anche da un'email della polizia di Victoria, una missiva informatica secondo cui gli abusi sarebbero avvenuti: "a Ballarat tra il 1976 e il 1980 e a Melbourne, tra il 1996 e il 2001". Il report della Commissione su questi capi di imputazione dovrebbe essere reso pubblico il prossimo 14 dicembre, scrive Repubblica. Il totale delle denunce corrisponderebbe a 450 per 35 anni complessivi. Il cardinale si trova attualmente in "congedo" dall'incarico di prefetto. Una delle poche espressioni attribuite al cardinale australiano in questi mesi parla di un "accanimento senza tregua" che si starebbe perpetrando nei suoi confronti. Esistono - ovviamente - gli innocentisti convinti.

Secondo questo articolo, ad esempio: "Gli accusatori (e gli avvocati) appartengono a quella compagnia di giro che ha già portato uomini e donne di Chiesa (il 96 per cento delle volte, senza giusta causa) davanti ai tribunali di Inghilterra ed Irlanda". Il tesoriere del Vaticano - in ogni caso - tornerà alla sbarra per difendersi dalle accuse di pedofilia.

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