I dati diffusi dall'Unicef sulla pedopornografia sono davvero allarmanti. Più della metà dei bambini abusati e sfruttati (il 53% per l'esattezza) per produrre contenuti pedopornografici sul web ha dieci anni o meno. L'unico segnale positivo è che nel 2015 il dato era ancor peggiore, pari al 69%. Nel suo rapporto sulla "Condizione dell'infanzia nel mondo 2017" l'Unicef si sofferma sui pericoli che corrono i bambini, denunciando che il 90% delle url (gli indirizzi web) è in Canada, Francia, Olanda, Russia e Stati Uniti. In aumento il numero di immagini che ritraggono bambini dagli 11 ai 15 anni: si è passati dal 30% del 2015 al 45% nel 2016.
Se veniamo all'analisi dei dati più in generale scopriamo che nel mondo il 71% dei giovani è online: un dato che colpisce, visto che va comparato al 48% della popolazione totale. I meno connessi sono i giovani africani, con circa 3 giovani su 5 che restano offline. Solo 1 su 25 i giovani non collegati in Europa.
Alla domanda "cosa non ti piace di internet?" il 23% degli intervistati ha risposto la "violenza". Le ragazze tendono a essere più turbate dagli episodi di violenza (27% contro il 20% dei ragazzi); il 33% ha risposto "i contenuti pornografici indesiderati ". Alla domanda "cosa ti piace di internet?" il 40% ha risposto "imparare nuove cose per la scuola o la salute"; il 24% ha risposto "acquisire competenze che non posso imparare a scuola". Alla domanda "come hai imparato ad utilizzare internet?" il 42% ha risposto "da solo".
Il rapporto dell'Unicef analizza i benefici che la tecnologia digitale può offrire ai bambini più svantaggiati, anche a coloro che crescono in povertà o che sono colpiti da emergenze umanitarie. Questi includono: aumentare il loro accesso alle informazioni, sviluppare competenze per il settore lavorativo digitale e offrire loro una piattaforma per connettersi e comunicare le loro opinioni. Il rapporto rivela anche che milioni di bambini stanno perdendo questa occasione: circa un terzo dei minori nel mondo - 346 milioni in tutto - non sono online, e questo divario (digital divide) aggrava le disuguaglianze e riduce la capacità dei più giovani di partecipare a un'economia sempre più digitalizzata. La presenza diffusa dei dispositivi mobili, sottolinea lo studio, ha reso l'accesso al web per molti bambini meno controllato e potenzialmente più pericoloso.
Circa il 56% di tutti i siti web sono in lingua inglese e molti bambini non anglofoni hanno difficoltà a reperire contenuti comprensibili o culturalmente rilevanti. C'è anche un divario digitale di genere. A livello globale, nel 2017 ha accesso a Internet il 12% in più degli uomini rispetto alle donne. In India, meno di un terzo degli utenti di internet sono donne.
Il
rapporto analizza inoltre come Internet aumenti la vulnerabilità dei bambini a una serie di rischi, fra cui l'uso improprio delle loro informazioni personali, l'accesso a contenuti dannosi e il cyberbullismo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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