Giovedì da Roma mi hanno informato che il ministro Sangiuliano mi aveva nominato nella cosiddetta «Commissione cinema», il gruppo di esperti che ha il compito di decidere i finanziamenti pubblici ai film. Venerdì il ministro si è dimesso. Sabato si è saputo l'elenco dei 15 componenti della Commissione, pubblicato la domenica mattina dai giornali e al pomeriggio da alcuni siti. Alla sera ero già stufo di leggere il mio nome accanto a «giornalista di destra», «amico del ministro», «beneficiato dal melonismo»... Il mattino dopo ho chiamato il ministero e ho avviato la procedura per rinunciare alla nomina. Ho detto di no per evitare strumentalizzazioni politiche e polemiche lagnose. La destra sarà anche ossessionata dalla conquista del potere, ma la sinistra lo è dalla paura di perderlo. E chi ha paura si incattivisce e usa qualsiasi arma per attaccare a testa bassa. Oggi un minuto dopo che ti assegnano una carica pubblica arrivano gli spurgatori delle fogne, travestiti da cronisti, alla ricerca di un tuo vecchio post, o un video o un tatuaggio per richiederti una dignità che loro sono i primi a non avere.
Ah: sia chiaro. Non rinuncio alla carica (e al compenso) in nome di chissà quale astratto principio di libertà giornalistica e di indipendenza dalla politica, cose a cui credo molto poco e che lascio volentieri agli intellettuali di sinistra più puri di me. Ma per evitare di mettere in imbarazzo l'azienda in cui lavoro o le istituzioni culturali con le quali collaboro.
Ringrazio con convinzione l'ex ministro Gennaro Sangiuliano, il quale mi ha concesso la sua fiducia: ma non voglio che il mio nome gli causi altri attacchi interessati. È già stato oggetto di una delle più oscene e calunniose campagne mediatiche che la storia italiana recente ricordi (però mi permetto di aggiungere che la sua riforma del sistema-cinema è necessaria, i tagli ai finanziamenti a pioggia doverosi, e l'elenco di nomi della Commissione è di altissimo profilo, anche se un po' troppo di sinistra per i miei gusti).
E poi, così, evito di mettere in imbarazzo il nuovo ministro, il quale potrà scegliere liberamente come assegnare il mio posto in una Commissione che, più che un elenco di esperti, ormai sembra una lista di proscrizione.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.