Da ieri la Cina presiede il Consiglio di Sicurezza dell'Onu, organo decisionale del teorico governo del mondo incaricato di mantenere la pace e la sicurezza internazionale; due giorni fa all'Iran era stata invece assegnata la presidenza del Forum Onu che presiede ai diritti umani, che è un po' come designare Dracula capo dei donatori di sangue. Battute a parte, è un fatto che due dittature illiberali, una comunista e una di fanatici religiosi islamisti, si trovino a coordinare la lotta ai regimi illiberali. Per di più, parliamo di due regimi che in queste ore hanno espresso simpatia e sostegno ai terroristi di Hamas, che hanno dichiarato guerra a Israele facendo strage di civili e tenendone oltre duecento in ostaggio nei loro bunker.
Come possa accadere un simile e assurdo controsenso è complicato da spiegare, il problema è che il mondo - per quel poco o tanto che può contare l'Onu - non è in buone mani, ma su questo non possiamo farci nulla. Possiamo invece dire con quale parte del mondo intendiamo stare noi, indipendentemente dalle follie dell'Onu, e lo facciamo con la massima chiarezza possibile per un giornale: scriverlo nella sua testata. Per cui da oggi la bandiera di Israele affiancherà quella italiana dentro la testata Il Giornale che campeggia sulla prima pagina e resterà fino a che riterremo necessario segnare il punto.
Ed eccoci al punto. Italia ed Israele sono due democrazie che hanno a cuore la libertà di esistere, culle del cristianesimo e dell'ebraismo, che sono le due grandi religioni su cui l'Occidente ha fondato la sua civiltà; l'Italia ha costruito nei secoli l'Europa prima geografica e poi, più di recente, politica, ed Israele è un'enclave prodotta dalla Storia e legittimamente insediata in un territorio a lei ostile; l'Italia si è resa complice della più grande tragedia della storia, lo sterminio del popolo ebraico organizzato dal nazismo, e se il suo ravvedimento è fondato e sincero - cosa che noi crediamo - non è neppure immaginabile aprire il minimo credito nei confronti di chi vorrebbe ripeterlo a distanza di ottant'anni.
Una bandiera issata su un giornale non
può certamente incidere in alcun modo sul corso della storia di questo conflitto. Viceversa può dare un senso alla nostra, di storia. Sia a quella passata sia a quella presente e futura. Senza retorica e con convinzione.
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