Piano migranti, i sindaci: "Prima aiuti agli italiani"

I sindaci vogliono collaborare col governo per garantire un percorso di integrazione, ma di fatto chiedono uguali diritti per tutti, italiani e migranti

Piano migranti, i sindaci: "Prima aiuti agli italiani"

I sindaci vogliono collaborare col governo per garantire un percorso di integrazione, ma di fatto chiedono uguali diritti per tutti, italiani e migranti. È questo il quadro che emerge dalla posizione assunta dall'Anci, come riporta ilMessaggero, rispetto al Piano nazionale approvato dal Ministero degli Interni: "Ben vengano corsi di lingua - afferma il presidente dell' Anci e sindaco di Bari, Antonio Decaro - lezioni sui diritti che queste persone hanno nel nostro paese, scambi di esperienze, condivisione delle regole, ma è diverso quando si affronta il tema dei tirocini formativi sul lavoro e delle soluzioni abitative. Noi vorremmo che fosse distribuito su tutta la popolazione, perché c' è il rischio di creare una guerra tra poveri, tra ultimi e penultimi". Il nuovo Piano di fatto dovrà poi essere messo in atto proprio dagli Enti Locali. L'Anci dunque segnala alcune perplessità: "L' idea - è la tesi dell' Associazione nazionale dei comuni - è quella di avere un piano che sia complessivo per la popolazione, per tutti coloro che vivono condizioni di disagio dal punto di vista economico e sociale. Vanno tenuti insieme sia gli italiani d' origine che gli italiani di adozione. Tutti sullo stesso piano, altrimenti si rischia una discriminazione al contrario - aggiunge Decaro - Non va bene se hai diritto a un corso di formazione solo se ottieni il permesso di soggiorno. Deve essere fatto un ragionamento più complessivo". La posizione dell'Anci è condivisa da tanti sindaci come ad esempio il primo cittadino di Prato, Matteo Biffoni: "Del resto, è normale pensarla così. Siamo sindaci a 360 gradi. Il nostro lavoro deve riguardare tutti gli italiani. Per questo è importante che ci siano le risorse anche per le altre fragilità sul territorio.

Va benissimo quando parliamo di corsi di lingua e di istruzione, ma sulle case e sulla formazione professionale non si può fare lo stesso discorso. E' giusto dire che siamo favorevoli al documento approvato dal Viminale, però è necessario che questo allarghi i benefici a tutti coloro che vivono difficoltà dal punto di vista economico e sociale".

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