"A piazzale Loreto c'è ancora posto". Il messaggio minatorio è comparso su un biglietto anomino. Scritto vigliaccamente con lettere ritagliate dai giornali. E accanto un'inequivocabile foto della destinataria orientata a testa in giù, con un cappio al collo disegnato a pennarello. La capogruppo di Fratelli d'Italia a Pavia, Paola Chiesa, ha ritrovato l'inquietante comunicazione sotto al banco del proprio scranno in Consiglio comunale. Lasciata lì, in quel luogo di democrazia violato, senza rivendicazioni. A denunciare l'accaduto è stata la stessa esponente del partito di Giorgia Meloni nel corso di una conferenza stampa tenuta oggi a Milano, alla quale hanno preso parte anche alcuni nomi di primo piano della medesima forza politica.
La consigliera Chiesa, che a Pavia fa parte della maggioranza di centrodestra, ha raccontato ai cronisti di aver trovato quel biglietto martedì scorso, 3 maggio. La notizia, tuttavia, è stata resa pubblica solo ora dal momento che la Digos, al lavoro per identificare il responsabile dell'esecrabile gesto, aveva chiesto di non rivelare dettagli sull'accaduto. "Non fa piacere a nessuno vedere la propria fotografia a testa in giù con il cappio al collo", ha affermato l'esponente di Fratelli d'Italia durante la conferenza stampa. La donna ha spiegato che non controllava il suo cassetto in aula dal 25 aprile scorso, quindi il messaggio minatorio potrebbe essere stato posizionato a partire proprio da quella data.
Soffermandosi poi sulla frase minacciosa rivoltale, la consigliera ha aggiunto: "Quella scritta rimanda a una guerra civile e a un clima di odio che ancora oggi qualcuno continua ad alimentare. Vorrei rivolgermi al coraggioso autore del gesto che nemmeno si è firmato, avrei fatto quattro chiacchiere con lui che ha nostalgia della guerra civile". Nell'aula comunale - è stato spiegato - sono presenti delle telecamere ma bisognerà capire se in quel momento fossero accese. L'ipotesi è che qualcuno si sia introdotto mentre il sistema di sorveglianza era spento: secondo Fratelli d'Italia, l'autore dell'azione potrebbe essere qualcuno che conosceva bene gli orari di accesso all'aula utili a garantire l'anonimato. Solo i riscontri delle forze dell'ordine potranno dare qualche elemento in più sulla vicenda.
Il senatore di Fratelli d'Italia, Ignazio La Russa, presente alla conferenza stampa di denuncia, ha commentato l'accaduto definendolo "un'offesa e una intimidazione ancora più vigliacca perché avvenuta nei confronti di una donna che si distingue per la sua serenità e per la sua vicinanza a tutto il mondo delle forze dell'ordine". L'esponente del partito meloniano ha invitato il responsabile del gesto a un confronto: "Non abbia paura venga a parlare con noi e promettiamo che non lo denunceremo e che volgiamo capire come gli sia venuta in mente questa cosa, faccia un pubblico confronto e ci spieghi perché l'ha fatto. Vediamo se ha il coraggio altrimenti sarà un vigliacco". Almeno - ha proseguito il senatore - "nel passato ci mettevano la faccia politicamente, qui la cosa è completamente anonima ma ben studiata e non è occasionale, è stata fatta in aula del Consiglio comunale".
E Daniela Santanché, coordinatrice lombarda di Fratelli d'Italia, ha sottolineato la presenza di una "escalation che preoccupa".
"Vogliamo vedere la faccia e sapere nome e cognome di questa persona perché in una nazione democratica che venga fatto questo atto all'unico partito di opposizione dovrebbe preoccupare tutti, per il clima di tensione che si sta creando", ha aggiunto la senatrice.
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