Nordafricani aggrediscono agenti: carceri nel caos in Toscana

Due episodi di violenza registrati a Pisa e a Sollicciano, protagonisti due detenuti nordafricani. L’allarme del sindacato Sappe: "Si intervenga al più presto perché il personale di Polizia Penitenziaria è allo stremo"

Nordafricani aggrediscono agenti: carceri nel caos in Toscana

Ancora violenza nelle carceri, registrati due gravi episodi in Toscana. Il primo caso è stato annotato a Pisa, il secondo a Sollicciano (Firenze): gli agenti sono stati aggrediti ferocemente da detenuti nordafricani. Una situazione estremamente delicata, che ha spinto il segretario regionale del sindacato Sappe, Francesco Oliviero, a sollecitare urgenti provvedimenti da parte del Ministero della Giustizia: "Si intervenga al più presto perché il personale di Polizia Penitenziaria è allo stremo".

Una spirale di violenza senza fine in Toscana a causa di alcuni detenuti "insofferenti all’ordine ed alla sicurezza", quanto affermato dal Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria. Per quanto riguarda il caso di Pisa, l’aggressione è avvenuta nel pomeriggio: mentre stava per essere accompagnato all’Isolamento per scontare delle sanzioni disciplinari ricevute per analoghe violente intemperanze , un detenuto nordafricano ha assalito il personale con un’arma rudimentale. Sette poliziotti sono stati feriti e refertati in ospedale. Poche ore più tardi, l’episodio nel carcere di Sollicciano: riluttante a rientrare in cella, un detenuto nordafricano si è scagliato contro un agente con schiaffi e pugni. Fondamentale l’intervento di altre unità per evitare il peggio.

“Le carceri della Toscana stanno vivendo ormai da tempo momenti di grande difficoltà nella gestione dei detenuti”, l’analisi impietosa del responsabile regionale del Sappe. Le due vicende appena descritte sono le ultime di una lunga serie, nonostante ciò non c’è stato un intervento da parte degli organi superiori ministeriali e regionali. E ancora: “Anche la gestione e la movimentazione dei detenuti che si rendono protagonisti di aggressioni in Toscana, da parte del Provveditorato regionale di Firenze, ci lascia alquanto perplessi”.

Il messaggio è perentorio: non si può continuare così. Gli agenti operano in condizioni di scarsa sicurezza, ma c’è un altro fattore da considerare secondo Donato Capece, segretario generale del Sappe. Il riferimento è al fallimento delle espulsioni di detenuti stranieri, solo 456 nel 2021. Il sindacato ha acceso i riflettori sulla correlazione tra l’aumento degli eventi critici nelle carceri e la presenza di detenuti stranieri: “È sintomatico che negli ultimi vent’anni ci sia stata un'impennata dei detenuti stranieri nelle carceri italiane, che da una percentuale media del 15% negli anni '90 sono passati oggi ad essere oltre 17.000 rispetto alle circa 55mila presenze. Fare scontare agli immigrati condannati da un tribunale italiano con una sentenza irrevocabile la pena nelle carceri dei Paesi d'origine, come da tempo denuncia il Sappe, può anche essere un forte deterrente nei confronti degli stranieri che delinquono in Italia”.

Non è tutto. Capece, infatti, ha ricordato che il personale delle carceri non ha ancora ricevuto gli strumenti promessi dal capo del Dap, Renoldi: dai guanti anti-taglio ai kit antisommossa, fino a caschi, scudi e sfollagenti.

Stop alle chiacchiere, servono i fatti: “Servono con urgenza provvedimenti per gli uomini e le donne della Polizia Penitenziaria che ogni giorno, nelle galere d’Italia, sono le vittime di aggressioni, umiliazioni, improperi, ferimenti, risse e colluttazioni da parte della frangia violenta dei detenuti”, il messaggio del dirigente del sindacato.

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