"In italia sei ubriaco o drogato, senza patente, investi qualcuno, lo uccidi, scappi e la galera la vedi solo di striscio. Questa non è giustizia." È uno dei tanti commenti esasperati che esprimono rabbia per la mancanza di pene certe nel nostro Paese. Infatti, a poche ore dalla notizia del ritorno in libertà di Alessio Burtone, il giovane che uccise l’infermiera romena Maricica Hahaianu, colpendola con un pugno al volto nella stazione metro Anagnina l’8 ottobre del 2010, la storia si ripete. Ancora un assassino in libertà: si tratta di un marocchino ventottenne, agli arresti domiciliari per aver investito e ucciso, il 3 gennaio scorso a Prato con la sua auto, Giancarlo Ravidà, 19 anni, e che poi si era costituito due giorni dopo l'incidente.
Il tribunale del riesame di Firenze ha accolto il ricorso presentato dall'avvocato difensore del 28enne, Leonardo Pugi, contro la misura di custodia cautelare disposta dal gip di Prato.Il ventottenne è indagato per omicidio colposo ed omissione di soccorso: aveva investito Ravidà mentre stava attraversando la strada non lontano dalle strisce pedonali.
L'uomo si era costituito più di 40 ore dopo l'incidente, spiegando agli inquirenti di "aver avuto paura delle conseguenze dell'impatto" e sostenendo di essere "rimasto sul luogo dell'incidente senza aver avuto il coraggio di ammettere la propria responsabilità."- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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