Il presepe nella terra del Gattopardo rivendica le tradizioni cristiane

In questi giorni in cui diversi presepi sono finiti nel mirino delle polemiche per rivisitazioni e adattamenti con tematiche che riguardano la crisi migratoria, c'è chi con orgoglio sottolinea una vera e propria tradizione cristiana che da secoli accompagna le Feste

Il presepe nella terra del Gattopardo rivendica le tradizioni cristiane

In questi giorni in cui diversi presepi sono finiti nel mirino delle polemiche per rivisitazioni e adattamenti con tematiche che riguardano la crisi migratoria, c'è chi con orgoglio sottolinea una vera e propria tradizione cristiana che da secoli accompagna le Feste.

È il caso del grande presepe vivente degli studenti del circolo didattico "Provenzano" di Palma di Montechiaro (Agrigento). Nella città del Gattopardo è andato in scena uno dei presepi viventi più grandi d'Italia. La sceneggiatura e il soggetto della rappresentazione sono stati guidati da Lina Vizzini, docente ma anche attrice. Il presepe vivente ha dato il via alla rappresentazione a Palazzo degli Scolopi per poi chiudere il suo percorso con il grande allestimento sulla scalinata della chiesa Madre. Il tutto attraversando la cornice di monumenti che accompagnano la storia del Gattopardo.

Gli alunni hanno dato vita alla profezia, poi all'annunciazioni, al sogno di San Giuseppe ed infine la Natività. Un progetto, quello del presepe in terra di Gattopardo, che è partito da lontano con il lavoro degli insegnanti della scuola diretta dalla preside Teresa Buscemi. Il tutto è stato anche realizzato in collaborazione con la parrocchia Maria Santissima del Rosario e con le confraternite Santissimo Sacramento e Santissimo Rosario. Hanno lavorato al progetto anche le associazioni culturali "Tessere di coccio" e "Carlo e Giulio Tomasi". La musica invece è del corpo bandistico "Vincenzo Bellini".

Insomma in un Natale che in alcuni casi ha visto Gesù tra i rifiuti e tra i gommoni dei migranti, arriva dal Sud un esempio di tradizione classica che rivendica i principi cristiani senza il vezzo della strumentalizzazione in chiave politica.

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