In uno scenario caratterizzato dal vaiolo delle scimmie e dalla febbre "West Nile" (oltre al persistere del Covid19) in Italia è arrivata anche l'"influenza australiana". Il primo caso sul territorio nazionale è stato infatti individuato nelle scorse ore all'ospedale San Martino di Genova, con la sequenza del virus influenzale H3N2 che è già stata isolata nel laboratorio di Igiene diretto dal professor Giancarlo Icardi. Il paziente è un ragazzo genovese di ritorno da un periodo di vacanza, arrivato al pronto soccorso del nosocomio ligure con febbre alta, mal di gola, tosse grassa, dolori ossei e malessere generale.
Il tampone del giovane (risultato in regola con le tre dosi del vaccino anti-Covid) è risultato negativo al Covid. Ricoverato a causa delle sue condizioni, è stato sottoposto ad ulteriori approfondimenti, tra i quali un’analisi molecolare per la ricerca dei principali patogeni respiratori. E proprio questo approfondimento ha permesso di rilevare la presenza del ceppo H3N2, particolarmente diffuso in Australia e in tutto l’emisfero Sud (dove adesso è inverno). La sequenza genica è stata successivamente inserita nell’apposito sito internazionale dove sono depositate tutte le sequenze identificate a livello mondiale, come "Virus A/Genoa/2022".
Ma cos'è l'influenza australiana? Secondo gli esperti (stando anche a quanto riportato nelle scorse settimane anche dai media australiani) sarebbe un'infezione virale sviluppatasi anche grazie al calo di difese immunitarie legato a lunghi periodi di isolamento. Un'influenza che avrebbe quindi ritrovato verve a seguito del lockdown, che nel Paese dell'Oceania è stato più lungo rispetto a quello osservato in Italia nel 2020 e si è prolungato per più periodi non consecutivi. Anche i sintomi sarebbero molto simili a quelli del Coronavirus (spossatezza, naso gocciolante, dolori a testa e corpo, gola irritata, difficoltà respiratorie) e durerebbero per settimane, invece di sparire dopo pochi giorni come avviene per un banale raffreddore. Diversamente da chi contrae il Covid-19 (o almeno, sino alle prime varianti) chi viene contagiato dall'"australiana" non perde nè il gusto nè l'olfatto.
Nemmeno la mortalità risulta fortunatamente ai livelli del virus a cui "somiglia" e che nell'ultimo biennio ha causato milioni di decessi in tutto il mondo, anche se l'attenzione resta alta perché in pazienti già particolarmente debilitati da altre patologie potrebbe risultare fatale.
"Ancora una volta il laboratorio di Igiene del San Martino dimostra di essere eccellenza sanitaria - le parole del presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, riportate dall'Ansa - professionisti stanno lavorando anche sul virus dell'influenza che, specie nei soggetti fragili, può determinare gravi conseguenze. Per questo è importante sottoporsi al richiamo annuale contro l'influenza".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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